Cleopatra ed Elly sotto lo sguardo stanco di Cesare

Questo sforzo inclusivo è messo alla prova, tanto da esigere un vero salto di qualità. Comunque la si metta, il Centro continua ad essere determinante per le prospettive democratiche del Paese.

Si sa che a Cesare i Galli hanno sempre creato problemi ma, essendo venuta l’urgenza di contrastare  la crescita del potere di Cleopatra, il divino imperatore ha trovato tra le sue conquiste delle tribù galliche la giovane condottiera della stirpe degli Edui, Galli della Helvetia, Elly.

Elly ha mostrato da subito determinazione, volontà, fiducia in sé e gradimento del popolo sovrano. Ad Elly Cesare ha affidato il compito di organizzare la sua tribù e quelle Italiche che vanno a comporre il vasto gruppo degli scontenti di ogni cosa fatta nell’Impero, gli insoddisfatti di sempre e gli orfani del tempo che fu, e quelli che hanno lasciato il posto alla regina Cleopatra, senza aver avuto modo di spiegare a Cesare per lo meno cosa stavano facendo. Però Elly finora non ha brillato per visione strategica, tattica e posizionamento, doti difficili da padroneggiare se non si è fatta una formazione militare (come quella di Cesare ovviamente), ma è anche vero che Cesare non le ha dato i migliori tra i suoi pretoriani e la corte degli assistenti è troppo piena di dolenti insoddisfatti per avere una visione di futuro per il popolo sovrano.

Se c’è un fondo di verità nel motto “divide et impera” il caso di Cleopatra ed Elly è lì a dimostrarlo. Quanto all’una è stato dato in termini di sesterzi, mezzi e truppa , tanto all’altra niente sesterzi, pochi mezzi e truppa stanca o svogliata.

Finché Elly è stata in seconda fila ad occuparsi di verificare il lavoro fatto da Cleopatra, la regina stessa non le ha prestato attenzione, ora ha trovato una convenienza ed intende sfruttarla al massimo.

Messo da parte il repulisti della ciurma Cleopatra vede all’orizzonte la sua nave entrare trionfante al porto dell’alleanza europea avendo vinto la competizione e fa la sua prima mossa sulla scacchiera della dama dell’impero. Lancia l’idea del suo possibile impegno personale nel sostenere il progetto di una alleanza europea più forte come la desidera Cesare, ma sostiene anche se stessa e tutta la ciurma sua, dicendo chiaro che il sacrificio non toglierà spazio e tempo al governo del Paese che gli è stato affidato.

Legittimo, se non fosse che così facendo lancia l’amo e cerca di obbligare Elly a seguirla nel suo stesso campo di confronto (la scacchiera della dama). Il “daj che ce la vediamo noi due da sole” anche se non detto, è una provocazione; infatti i due ufficiali di bordo non ci cascano conoscendo la scaltrezza politica di capitan Cleo e preferiscono avere salva la vita stando a guardare e passando in rassegna le truppe.

Elly invece è tentata…ma esita. Una condizione che avvantaggia Cleopatra che può prendersi tutto il tempo che serve per vedere quale sarà la pedina che muoverà Elly, che di dama non è esperta. Il gruppo dei Galli della Helvetia che conosce bene Cesare e i suoi pretoriani non si fida di Cleopatra, frena e vuole che Elly si sfili con eleganza mentre il gruppo delle tribù italiche ha sete di confronto, mosso da rivalsa, e la vuole in campo garantendo il sostegno di tutti loro. Si annoverano tra costoro pochi esperti di dama che invece servirebbero, insieme ai molti supporter.

E qui gioco forza bisogna usare la prudenza. Perché il popolo italico non ha ancora mostrato interesse per questa competizione “europea” e il rischio che si svolga nell’arena/scacchiera uno scontro senza spettatori sugli spalti e solo con la tifoseria,  è alto.

Cesare scommette su Cleopatra e sa che Elly non saprà resistere alla promesse di uno scontro leale in una scacchiera che capitan Cleo ha ben preparato per tempo e tenuto lì alla bisogna; ed ora il tempo è arrivato.

Il popolo sovrano aspetta di capire se lo scontro avverrà e se per loro ci sarà il “divertimento” di vedere il gioco delle due protagoniste o se sarà di una noia mortale. Ma è lo stesso Cesare ad avere lo sguardo stanco ed annoiato, se le due non riusciranno ad animare il popolo sovrano, se mai si giocherà, solo lui sarà costretto essendo l’imperatore a stare da solo sugli spalti.