Da parte dell’Associazione Nazionale dei Democratici Cristiani, vale il riferimento alla tradizione autonomistica del Partito popolare di Luigi Sturzo e poi della Democrazia cristiana, tradizione improntata alla cooperazione e non al distacco fra Stato centrale e sistema delle autonomie. “Regionalismo sì, separatismo no” è sempre stata la posizione di Sturzo, fin dalla relazione che tenne al terzo congresso nazionale del Partito popolare, svoltosi a Venezia nell’ottobre del 1921.
Il titolo della relazione era “La Regione” con riferimento al suo inserimento nel tessuto istituzionale. Sturzo ha ripreso continuamente questo tema, sviluppandolo nel saggio “La società: sua natura e leggi” e nel 1949, dopo l’approvazione della Costituzione, nel saggio “La Regione nella Nazione”. Così scrisse: “La Regione ha tre funzioni: quella di amministrazione autonoma degli interessi propri; quella di cooperazione con lo Stato per gli interessi comuni; quella di decentramento per gli interessi centrali sul posto”.
La campagna referendaria può diventare l’occasione per una rilettura del complesso di motivazioni che Sturzo svolge a sostegno delle sue posizioni, con un’analisi storica della Regione che muoveva da Cavour, traversava tutta la storia dell’unità d’Italia, e comparava la situazione italiana agli assetti federativi degli altri Paesi europei.
Va ricordato quanto affermò alla Costituente Meuccio Ruini, il presidente della “Commissione dei 75”, quando presentò in aula il progetto di Costituzione: l’istituzione delle Regioni rappresentava “l’innovazione più profonda introdotta dalla Costituzione”, ma in un quadro unitario saldamente indicato dall’articolo 5 della Costituzione: “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomi locali …”.
Oggi, l’Istituto Sturzo è il più autorevole depositario della memoria del cattolicesimo politico del Paese. Il tema delle Regioni, delle criticità accumulate nel tempo dalla istituzione nel 1970 di quelle ordinarie, è stato oggetto allo Sturzo di un significativo convegno svoltosi il 24-25 gennaio 2014, dal titolo “Che fare delle Regioni? Autonomismo e regionalismo nell’Italia di oggi”.
Il convegno coinvolse il meglio del mondo accademico italiano dell’epoca gli atti, con tempestività, vennero pubblicati a cura di Nicola Antonetti e Ugo De Siervo, con una prefazione di Roberto Mazzotta, allora presidente dell’Istituto. Ma sono passati dieci anni. L’auspicio è che il tema venga ripreso per fornire contenuti di riflessione nel corso della prossima campagna referendaria. Una volta si diceva polemicamente che Sturzo era uno dei segreti meglio conservati della Democrazia cristiana. Non vorremmo che oggi diventasse uno dei segreti meglio conservati dell’Istituto Sturzo.
(ANDC – Consiglio Direttivo – Roma, 5 settembre 2024)