DA ROMA NORD A SUD: IL VIAGGIO PIÙ LUNGO DI GIORGIA | ESTRATTO DA MAG1861

Camilluccia, Garbatella, Colle Oppio, Mostacciano. Sedi politiche, istituzioni, ristoranti. Ecco la Capitale della premier. Oltre la distinzione che un po’ per gioco un po’ no contrappone i cittadini di una ‘metropoli di provincia’.

A Roma esistono soltanto due punti cardinali: Nord e Sud. Nella narrativa degli eredi di Romolo e Remo, per cui la semplificazione assurge a indiscutibile chiave interpretativa, la città eterna è spaccata. Da una parte ci sono i quartieri ricchi, i palazzi signorili, le vie eleganti, i locali chic e i residenti snob. Dall’altra quelli poveri, ordinari, quasi grezzi, in cui i cittadini sono più spontanei, a volte ‘coatti’. Due modalità dell’Essere. Invece la Capitale, come ogni metropoli contemporanea, ha zone eterogenee, in cui si mischiano storie e aspirazioni diverse. Contraddizioni. In cui le differenze s’intrecciano. Ma la schematizzazione, sostenuta da una spiccata ironia, è un’ossessione per gli abitanti della città eterna e dipinge un quadro nitido in cui le due metà si specchiano in un’unica grande, indolente, metropoli che è sempre rimasta, al tempo stesso, una città di provincia.


Giorgia Meloni sembra riconciliare le due anime. Le ricuce in un’unica trama, da cui traspare una ‘poligamia di luoghi’. Da Roma Nord a Sud, passando per Est e Ovest. La leader di Fratelli d’Italia sfiora tutti i punti cardinali, gli stessi in cui si riorganizzò la destra negli anni Ottanta. Erano i tempi della ricostruzione di un’area politica che usciva a pezzi dalle lotte del decennio precedente. Per lei, classe ’77, giovanissima militante sbarcata presto nelle istituzioni, i quartieri s’innervano con la politica. Non potrebbe essere diversamente. La sua vita sconfina da ogni scontata toponomastica. Il suo legame con la Garbatella, popolare zona a Sud della città eterna, è il più noto. Giorgia ne ha fatto un piccolo brand. I suoi avversari ne lamentano l’approccio sanguigno, sostenuto da impennate di decibel. Lei lo rivendica. “Io ci provo a essere più posata, pacata, ma ogni tanto… Sono della Garbatella, ragazzi, e ogni tanto l’anima esce, che dobbiamo fare?!”. La Garbatella. Nei progetti degli Anni Venti doveva ospitare i lavoratori del porto commerciale a cui avrebbe dovuto condurre un canale navigabile parallelo al Tevere (dove oggi c’è Via del Porto Fluviale). Il re Vittorio Emanuele III posò la prima pietra. Rimase solo quella. Il quartiere, però, fu costruito secondo il modello delle città giardino all’inglese. Lotti con case basse e spazi verdi, con orti coltivabili, collegati al centro della città. Un quartiere lontano dalla destra. Quello preferito dal regista cult di una certa sinistra, Nanni Moretti, che gli ha dedicato un giro in Vespa nel suo ‘Caro Diario’: “Me ne vado in giro per i lotti popolari. Ma non mi piace solo vedere le case dall’esterno, ogni tanto mi piace vedere anche come sono fatte dentro e allora suono al citofono e faccio finta di fare un sopralluogo. Dico che sto preparando un film, il padrone di casa mi chiede di cosa parla questo film e io non so che dire. Cos’è questo film? E’ la storia di un pasticcere, trotzkista… Un pasticcere trotzkista nell’Italia degli anni Cinquanta. E’ un film musicale. Un musical”. Anche Giorgia non avrebbe difficoltà a citofonare in un condominio della Garbatella. La ricordano, e la vedono ancora tanti residenti, visto che la madre Anna è rimasta ad abitare qui. Da bambina giocava in giardino con la sorella Arianna.


Eppure la Meloni è nata in un luogo che si trova agli antipodi, proprio in quella Roma che nella retorica toponomastica è benestante e sofisticata: la Camilluccia, un quartiere verde e silenzioso sotto Monte Mario con negozi raffinati e viali per passeggiare. Non era ancora alle Elementari (la sorella frequentava la prima) quando si trasferirono nella piccola casa alla Garbatella – 45 metri quadrati – dove vivevano nonna Maria, nonno Gianni e la bisnonna Nena. Ma l’appartamento a Roma Nord lo ricorda per una vicenda che nella storia familiare ha avuto sempre uno spazio centrale: andò a fuoco. “Io e mia sorella facevamo dei giochi un po’ così…” ha raccontato. “Io mi sono presa la colpa”. Avevano quattro anni lei e sei Arianna. “Accendemmo una candela per organizzare una festa nella nostra camera. Mia sorella trovò la candela e il fiammifero, io lo accesi. Per tutta la vita sono stata la responsabile di questa cosa”.


Poi ci sono stati gli anni al liceo linguistico ‘Amerigo Vespucci’, in via dell’Olmata, a Santa Maria Maggiore, all’Esquilino. All’epoca era uno dei pochissimi linguistici pubblici. Era all’avanguardia, aveva anche un’aula di informatica. Giorgia fu eletta rappresentante di istituto. A cinquecento metri c’è Colle Oppio. Lei si era iscritta al circolo Msi in via Guendalina Borghese alla Garbatella. Aveva scelto di impegnarsi nel partito subito dopo la Strage di Via D’Amelio a Palermo, in cui persero la vita il giudice Borsellino e cinque agenti della sua scorta. La sezione del suo quartiere dipendeva proprio da quella di Colle Oppio. Lei divenne leader di ‘Fare Fronte per il contropotere studentesco’, sigla parallela del Fronte della Gioventù.

Fonte: MAG1861, nuovo mensile dell’Agenzia di stampa AGI, https://www.mag1861.it

Questo ampio stralcio dell’articolo è qui riprodotto per gentile concessione dell’autore.

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