Dai ministri degli esteri dei Paesi Brics un invito al dialogo

Eventi come il vertice di Città del Capo testimoniano come la multipolarità sia ormai un dato di fatto da capire e con il quale confrontarsi. La centralità delle Nazioni Unite.

Il primo giugno scorso a Città del Capo in Sudafrica si è svolto il vertice dei ministri degli esteri dei Paesi che costituiscono il Coordinamento Brics. Si è trattato dell’incontro di più alto livello svolto sinora nell’ambito della presidenza di turno sudafricana in preparazione del vertice dei capi di stato e di governo del prossimo agosto.

Il giorno successivo, ieri, i ministri degli esteri dei 5 Paesi hanno incontrato i loro omologhi di 12 Paesi “amici dei Brics”. Si tratta di Indonesia, Bangladesh, Iran, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Egitto, la Comore, Gabon, Congo, Argentina, Cuba e Venezuela. Un gruppo di Paesi che insieme ad altri, come Algeria, Siria, Messico, Afghanistan, Pakistan, paiono interessati ad aderire all’iniziativa dei Brics. Eventi che testimoniano come la multipolarità sia ormai un dato di fatto da capire e con il quale confrontarsi.

La stessa dichiarazione congiunta rilasciata al termine del vertice dei ministri degli esteri dei Paesi Brics si pone come un contributo al dibattito sulla politica mondiale che non andrebbe ignorato, sottovalutato o non colto nel suo reale spirito, estrapolando solo passaggi ad effetto. Vi si trovano infatti posizioni molto equilibrate e prudenti, pur nella loro peculiarità.

Il documento esprime le proposte e le preoccupazioni comuni dei 5 Stati in ordine alla necessità di una riforma delle istituzioni internazionali che sia più aderente alla mutata realtà del XXI secolo e in ordine alla necessità di rafforzare il multilaterarismo. E lo fa sottolineando la centralità delle Nazioni Unite e della cornice del diritto internazionale.

In particolare i Brics individuano nella cooperazione politica e di sicurezza, in quella economica e finanziaria, e in quella culturale i tre pilastri della loro strategia.

I ministri Brics hanno ribadito anche l’importanza del G20 come forum multilaterale, gruppo del quale tre Brics avranno la presidenza di turno fino al 2025, infatti alla presidenza attuale dell’India seguiranno quelle del Brasile e del Sudafrica.

I 5 ministri hanno chiesto che l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile nelle sue tre dimensioni – economica, sociale e ambientale – avvenga in modo equilibrato e integrato, mobilitando i mezzi necessari per attuarla.

La valutazione negativa espressa sulle sanzioni viene collocata all’interno di una più ampia critica a “misure coercitive economiche unilaterali, come sanzioni, boicottaggi, embarghi e blocchi” per il loro impatto sull’economia mondiale.

Vi è poi una presa d’atto dell’importanza dell’uso delle valute locali nel commercio internazionale e nelle transazioni finanziarie tra i BRICS e i loro partner commerciali, ma senza ostilità verso le altre valute.

La dichiarazione congiunta di Città del Capo ha espresso apprezzamento sui tentativi in corso di soluzione diplomatica della guerra ucraina, sottolineando in ogni caso la necessità di garantire il traffico commerciale del grano sul Mar Nero e dei fertilizzanti, e ribadendo l’importanza di consentire ai cereali e ai fertilizzanti di continuare a raggiungere i più bisognosi.