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lunedì, Marzo 17, 2025
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David Sassoli, il testimone dell’Europa dei diritti e della responsabilità

Come si sa, fu inserito dal Cremlino nella lista degli “indesiderati”: un implicito riconoscimento del segno che stava lasciando la sua azione politica per la pace, per l’autonomia e l’autodeterminazione dei popoli.

In queste difficili giornate per l’Europa in molti abbiamo pensato al contributo che poteva venire da una persona come David Sassoli. E non solo per mera nostalgia, ma perché ricordiamo il suo sforzo da Presidente del Parlamento Europeo per umanizzare la risposta dell’UE durante la dolorosa vicenda della pandemia. L’Unione Europea era pronta a dare una risposta in perfetto stile tecnocratico, con la Presidente della BCE che annunciava l’incompetenza degli organismi europei rispetto alle vicende di carattere sanitario, perdendo completamente di vista che eravamo nel mezzo di un grave evento che stava cambiando la vita di intere comunità in tutto il pianeta. Quando le valutazioni prescindono dalla politica c’è esattamente questo rischio; dare delle risposte, regole alla mano, solo in termini formali senza porsi le questioni di carattere sostanziale, senza chiedersi come famiglie ed imprese possano affrontare le difficoltà derivanti da una pandemia o da una grave crisi economica che può lasciare molte persone senza lavoro.

David Sassoli con la sua sensibilità di cattolico democratico si è impegnato fortemente per rimettere la persona umana al centro delle scelte politiche, per superare quella linea di politica economica rigorista di Bruxelles che negli anni precedenti aveva prodotto in Europa degli effetti economici recessivi. Spese la sua indiscussa credibilità personale ed il peso politico del Parlamento che presiedeva per favorire il varo delle misure di sostegno del “Next Generation UE” con circa duecento miliardi di euro destinati all’Italia. Il fondo N.G.UE si è poi tradotto nell’ormai noto PNRR che nel nostro Paese – per ironia della sorte – viene oggi gestito dall’attuale governo, ovvero proprio da chi nell’aula parlamentare europea votò contro il provvedimento che istituiva quel piano di aiuto e solidarietà senza il quale le nostre economie si troverebbero in grande difficoltà. Oggi Sassoli ci ricorderebbe che la ragione fondativa dell’Unione Europea è la pace e che per riconquistarla ogni giorno è necessario superare divisioni ed egoismi, allontanando le tentazioni dei nazionalismi.

David per le sue idee e per il suo impegno fu inserito dal Cremlino nella lista degli “indesiderati” che non potevano recarsi in Russia. Fu per lui una medaglia, visto che di fatto è stato un implicito riconoscimento del segno che stava lasciando la sua convinta e convincente azione politica per la pace, per l’autonomia e l’autodeterminazione dei popoli. Ci manca David Sassoli con il suo sorriso accogliente, con la sua testimonianza attiva, con la sua pacata determinazione e la sua fermezza non urlata. Ci manca perché è riuscito ad essere un politico con una grande visione, ma anche l’uomo dei gesti semplici e concreti al tempo stesso; come quando decise di aprire le porte del palazzo istituzionale europeo per accogliere ed assistere centinaia di senza tetto.

Per Sassoli la speranza “siamo noi quando non ci voltiamo dall’altra parte di fronte ai bisogni del prossimo”. E nell’anno del Giubileo della Speranza la buona politica deve ripartire da questo insegnamento per non rimanere indifferente di fronte alla sofferenza.