Denunciare l’antipolitiica e corteggiare i populisti è il vicolo cieco della sinistra

L’intervento di Fassino alla Camera e le puntuali reazioni della leadership del Pd, hanno confermato, ancora una volta, la piena consonanza culturale tra il ‘nuovo corso’ della sinistra e il populismo dei grillini.

C’è una domanda che il circo politico mediatico misteriosamente non ha affrontato commentando l’ormai conosciutissimo intervento del sempreverde Fassino alla Camera sullo stipendio dei parlamentari. Perché la vera notizia politica, come ovvio, non risiede nella dimenticanza – voluta o meno che sia non ha alcuna importanza – delle altre voci che completano le entrate dei deputati oltre al celebre ‘cedolino’. Ma, semmai, denunciare politicamente e pubblicamente chi da anni campa sul più brutale e virulento populismo anti politico, demagogico e qualunquista e poi lavorare alacremente per creare una coalizione tra il suo partito, il Pd appunto, e proprio quel partito populista per eccellenza, cioè i 5 stelle di Grillo e di Conte.

Ovvero, parla un esponente di un partito, il Pd, che ha approvato – pur di conservare e inseguire l’alleanza con i populisti – la riduzione anti politica e demagogica dei parlamentari; che ha azzerato il finanziamento pubblico dei partiti; che ha criminalizzato politicamente il ruolo e la funzione gli ex parlamentari addirittura attraverso l’introduzione del calcolo retroattivo con il metodo contributivo dei vitalizi; che ha approvato qualunque scelta tesa ad indebolire la democrazia dei partiti, la classe dirigente politica e lo stesso retroterra ideale del passato e che poi, altrettanto misteriosamente, individua in quel partito l’alleato più fedele e più utile per costruire un vero progetto di governo alternativo al centro destra. Un qualsiasi osservatore, né servile, né fazioso e nè distratto, si chiederebbe semplicemente se siamo o meno su “Scherzi a parte”.

Perché il vero tema politico, culturale, programmatico e forse anche etico da affrontare, dopo la polemica seguita all’intervento di Fassino alla Camera sui costi della politica e sul ruolo dei parlamentari, è l’aver colpevolmente sottaciuto che tutto ciò che lui considera nefasto per la qualità della nostra democrazia e la credibilità delle nostre istituzioni erano, sono e restano i grandi cavalli di battaglia del populismo anti politico, demagogico e qualunquista del mondo grillino. Che, non a caso, registrano una straordinaria convergenza politica e culturale con la strategia e il progetto del ‘nuovo corso’ del Pd guidato da Elly Schlein. In quanto denunciare le malefatte dell’anti politica virulenta ed anti istituzionale da un lato e coltivare, al contempo, un’alleanza politica e strategica con chi si fa paladino ed alfiere di quei temi segna un punto di non ritorno. Detto in altri termini, non si è politicamente credibili. E, non a caso, è stata proprio il numero 1 del Pd, Elly Schlein, a farsi carico pubblicamente e tempestivamente – addirittura in un dibattito ad una Festa dell’Unità – che sui costi della politica e su tutto ciò che l’anti politica ha cavalcato in questi ultimi anni sono temi su cui il Pd era e resta in prima linea. E quindi, e come da copione, piena e totale consonanza e convergenza culturale con la strategia e l’anti politica grillina.

Diventa quindi sostanzialmente inutile, se non addirittura grottesco, porre in Parlamento certi temi e poi allearsi con chi sostiene scientificamente e volgarmente quelle tesi pseudo politiche. Ma questo avviene semplicemente perché, come recita un vecchio proverbio, di norma “chi si somiglia si piglia”. Al di là e al di fuori degli sterili e furbeschi interventi parlamentari.