Dibattito | È preferibile operare nel quadro della famiglia democratico cristiana europea.

Con questo intervento, in risposta al recente contributo di Gianluca Susta, l’autore ribadisce la sua opzione a favore del Ppe. Accoglie tuttavia l’ipotesi di una lista unitaria con gruppi italiani aderenti al Pde.

L’on Susta con spirito di “correzione fraterna” ha giudicato il mio articolo “datato” e, in qualche misura, disinformato sulla reale natura del Partito Democratico Europeo, del quale Susta è stato membro autorevole, così come parte altrettanto autorevole è stato del Pd italiano, insieme a molti dei Popolari da lui nominati cofondatori del Pde. Quel Pd dal quale, molti degli stessi attuali esponenti di Tempi nuovi, sono usciti, dopo l’infelice esperienza vissuta da sostanziali emarginati di un partito nel quale “è sempre il cane che muove la coda”.

Caro Susta, ciò che ci divide in questo momento è la diversa prospettiva: tu continui a guardare al tema delle alleanze, verso quel sol dell’avvenire che si dovrebbe incontrare con una rinnovata collaborazione con Renzi e il Partito democratico europeo. Un Pde che, a parte i soci cofondatori da te citati, oggi è inconfondibilmente caratterizzato dall’egemonia del partito più forte, ossia di Macron (En marche), mentre, da parte mia, rivolgo interesse primario al tema della nostra ricomposizione politica. Intendo quella della vasta e articolata area cattolica, nelle sue tre espressioni storico culturali più importanti: democratica, liberale e cristiano sociale. Tema che si può efficacemente perseguire, non dividendoci sulle alleanze a destra o a sinistra, ma rimanendo fermamente al centro, alternativi alla destra nazionalista e sovranista e alla sinistra ridotta dalla Schlein a “partito radicale di massa”. 

Perché tale progetto si avveri non possiamo dividerci alle elezioni europee tra chi, come me e tanti altri amici, dalla Dc di Cuffaro e Grassi ad Iniziativa Popolare, Federazione dei Dc e Popolari e altri movimenti e gruppi politici, intendono rimanere legati al Partito Popolare Europeo dei padri fondatori Dc, pena la nostra sostanziale irrilevanza. Il Ppe è il partito nel quale il ruolo preminente oggi è quello della Cdu tedesca, il cui programma è quello più vicino alla nostra cultura politica, sia con riferimento ai principi della dottrina sociale cristiana, che a quelli euro-atlantici da sempre difesi e consolidati da Adenauer, Khol, Merkel e dall’attuale presidente, Ursula von der Leyen. Scegliere, come ha deciso Tempi Nuovi e da te condiviso, di andare al voto europeo insieme al Partito democratico europeo, vorrebbe dire rinunciare ai voti di quell’area cattolica liberale e cristiano sociale che è fortemente orientata per il Ppe.

In secondo luogo, come ho scritto nel mio articolo “datato”, la scelta di Tempi Nuovi comporta lasciare a Forza Italia e all’Udc di Cesa il ruolo dominante italiano nel Ppe. Io credo, invece, che una lista unitaria della nostra area, che si presentasse forte nelle sue tre componenti con chiaro orientamento per e nel Ppe, potrebbe raccogliere il consenso ampio delle tre aree della nostra realtà, ma, soprattutto, favorirebbe il ritorno al voto dei tanti renitenti che hanno abbandonato la scheda da diverse tornate elettorali.

Come è emerso nel recente importante incontro promosso dagli amici di Iniziativa Popolare con alcuni esponenti della nostra area Dc e Popolare, altra cosa sarebbe quella di un accordo di lista con amici del centro già collegati con il Pde, al fine di favorire una futura convergenza europea come quella che ha portato all’elezione alla Presidenza UE della Von der Leyen. Anche in tal caso, però, meglio, molto meglio e più opportuno, presentarci  tutti noi uniti nella lista dei Dc e Popolari italiani. 

Sarò “datato”, caro Susta, ma vengo da una scuola politica di una grande leader, Carlo Donat Cattin, che ci ha sempre insegnato che il nostro ruolo era di porci come parte avanzata di un partito di centro moderato, piuttosto che, come avete dolorosamente sperimentato molti di voi, sottoposti in un partito di sinistra, senza più i riferimenti storico culturali della sua tradizione.

Continuo a ritenere che, alla fine, prevarrà il buon senso e insieme ci impegneremo tutti per riportare in campo gli interessi e i valori della nostra migliore storia politica.