Lettera aperta alla Madia su Renzi e altro ancora

Indirizzata all’ex ministra, per la quale non è un tabù la ripresa del dialogo con Renzi, comunque attore di scelte riformatrici coraggiose, questa lettera suggerisce di rafforzare il dibattito sulle riforme istituzionali.

Cara Marianna, sono un decano dei parlamentari pontini, dalla Dc al Pd, 45anni nelle istituzioni, comune, provincia, regione e gli ultimi 18 alla Camera dei deputati, con un piccolo record nell’arco mio di tempo  il più presente nelle sedute a Montecitorio, un record come omaggio a mio padre insignito della medaglia mauriziana per 40 anni nella Marina Militare! 

Ebbene, cara Marianna, quando sulla Repubblica di domenica 17 dicembre ho letto queste tue parole “Renzi è uno di noi! Può far parte del campo largo? Assolutamente sì!”, mi sono detto: questa ragazza è trasparente e coraggiosa! Ecco perché ti scrivo solo ora dopo aver assistito in Tv al tuo esordio come ministra con immediata simpatia. 

Ti ritrovo in questo articolo e da poeta (è il mio limite in politica) sai che ho pensato: ora affido a Marianna il compito nel gruppo di promuovere un albo di chi è disponibile ad adottare un vecchio parlamentare che si sente in servizio permanente effettivo per dare ancora un suo contributo al Paese. So di averti strappato un sorriso! 

Ma tornando alle tue parole su Renzi, a conferma aggiungo la considerazione: chi può vantare nel partito durante la sua gestione di aver tentato con l’unica forza resasi disponibile di abbattere il bicameralismo paritario, unico in Europa, la vera palla al piede di un Paese in continuo degrado con 12 Presidenti del Consiglio in 20 anni, impossibilitato a fare riforme di struttura, con un ping pong che costringe a raffiche di voti di fiducia, esautorando tutti minoranza e maggioranza? 

Saremmo al punto d’oggi se ci fosse stata la conquista di una sola Camera a legittimare il Governo riconquistando la sua centralità-indispensabilità? E invece fior fiore di costituzionalisti scesero in campo perchè dopo il voto eclatante all’europee, oltre il 40%, c’era il dovere di sbarrare la strada al nuovo Cesare? Ed ora siamo di fronte al premierato (da premier primus inter pares) che si fa eleggere direttamente asservendo tutto il resto? Non aveva la Meloni all’atto d’insediamento aperto al vice presidenzialismo alla francese? È lì che va sfidata con due fonti di legittimazione popolare: il Presidente ed il Parlamento, a costo della coabitazione forzata, per non dovere azzerare tu tutto! 

Grazie dell’ascolto, cara Marianna, e facci un pensierino sull’adozione!