Dibattito | Ecco sulla scena una destra tutta chiacchiere e distintivo.

Si procede all’istituzione di nuovi reati senza preoccuparsi di come questi incideranno sui sistemi giudiziari e carcerari che sono entrambi al collasso. Sarebbe invece necessario avere una visione della società.

Le ultime iniziative di stampo sicuritario del governo sanciscono in modo inoppugnabile l’incapacità della destra di affrontare in modo deciso e risolutivo i temi legati alla qualità della vita nel suo complesso. Vengono infatti introdotte nel nostro ordinamento ben ventiquattro nuove fattispecie di reato, senza preoccuparsi di come – aldilà degli annunci ad effetto – verrà concretamente garantita la possibilità del cittadino di vedere rispettati i propri diritti, a cominciare dal legittimo desiderio di vivere in un clima di discreta tranquillità sociale. In altre stagioni si lavorava per raggiungere questo obiettivo attraverso politiche di welfare che andassero incontro alle situazioni più difficili, per evitare che si creasse una stratificazione della disperazione che potesse aprire le porte a conflitti sociali dagli esiti imprevedibili.

La ricetta che la destra propone oggi al paese è quella della cancellazione progressiva dei sostegni per le situazioni di fragilità con un aumento delle differenze economiche e sociali, accompagnata dall’istituzione di nuovi reati senza preoccuparsi di come questi incideranno sui sistemi giudiziari e carcerari che sono entrambi al collasso. In altre parole, la cosa importante è che le soluzioni siano annunciate, anziché trovate. Cosa importa se poi i tribunali non riescono a svolgere la loro funzione perché sempre più ingolfati da cause pendenti, con risorse sempre più scarse? Cosa importa se poi il presidio territoriale delle forze dell’ordine èridotto al lumicino in termini di personale e di mezzi? Cosa importa se in tre anni il numero dei poveri in Italia è triplicato passando da un milione e mezzo a quasi cinque milioni?

L’importante è annunciare, annunciare e annunciare, tanto per tranquillizzare quello che evidentemente gli uomini di governo considerano il “popolo-bue”. Se a questo aggiungiamo l’inquietante gestione dell’informazione con le crescenti limitazioni alla libertà di espressione e di pubblicazione (sanzionate addirittura con il carcere), si capisce che siamo al punto più basso mai raggiunto nella storia repubblicana per le garanzie democratiche e che è molto reale il rischio di uno scivolamento verso una democratura, ovvero di una democrazia che può definirsi tale solo in termini formali.

Sfugge agli attuali attori di governo che la sicurezza e la tranquillità in termini sociali sono determinate dalla possibilità di avere accesso alle cure sanitarie, di poter contare su una dignitosa occupazione, di poter avere un potere d’acquisto che non sia in costante ed inarrestabile decrescita. Ma per questo sarebbe necessario avere una visione della società che è lontana dalla concezione di questa destra che ha ben poco da offrire oltre le sue vecchie parole d’ordine, mal sopportando tutto ciò che fa riferimento alla Costituzione con il portato di garanzie e diritti che incorpora ed esprime.