Dibattito | Lo scontro sul premierato deve mutarsi in confronto costruttivo

Siamo in piena emergenza istituzionale sicché un gruppo di personalità, in piena autonomia, potrebbe tentare di dissuadere i contendenti, magari facendo leva sulla moral suasion del Presidente della Repubblica.

Bisogna avere ben chiara una premessa: l’ambiguità della Meloni le si ritorce contro politicamente e vanifica gli innegabili passi avanti, fatti con lei, da un’Italia che può tornare protagonista tra gli Stati promotori di una nuova Europa. La stessa sua politica di alleanza con Ursula von der Lyen, già di per sé in bilico, rischia di rivelarsi  controproducente. 

il punto debole della nostra Premier si manifesta nel posizionamento in Europa. La sua vulnerabilità, infatti, va ben oltre quella di Salvini, impegnato a inseguere l’estrema destra europea ed internazionale, Trump compreso. Lei è tutta presa da quella “madre di tutte le battaglie”, vale a dire il premierato elettivo, che lascia intravedere la logica di una sola persona al comando, espressione plastica di un potere accentrato ed autoritario.

È una “innovazione” che, se tollerata in Europa, sarebbe seguita da altri paesi, a partire dall’Ungheria di Orbán. La Meloni deve riflettere bene:  più dei suoi legami con forze di estrema destra è la sua proposta costituzionale a fare dell’Italia – altro che madre costituente – un’osservata speciale. 

Il modo di venirne fuori con dignità c’è e consiste nell’impegno a perseguire un rafforzamento istituzionale nel solco dei modelli già sperimentati in Europa, ad esempio quello francese. In verità, ci sarebbero le premesse di una possibile convergenza. All’atto dell’insediamento del governo, fu dichiarata la disponibilità a recepire il modello francese: personalmente ne fui molto confortato. Per giunta, anche nel centro-sinistra emerse un’analoga disponibilità, pur prevedendo qualche aggiustamento rispetto al semi-presidenzialismo.  Sembrava che emergesse, a destra e a sinistra, la volontà di evitare il referendum confermativo.

In breve tempo, quel che prima rientrava nella logica di un confronto rispettoso e costruttivo, si è poi mutato in ringhioso e inappellabile contrasto. Non va affatto bene. Siamo in piena emergenza istituzionale sicché un gruppo di personalità, in piena autonomia, potrebbe tentare di dissuadere i contendenti, magari facendo leva sulla moral suasion del Presidente della Repubblica. Le barricate sul premierato non giovano alla Meloni e nemmeno aiutano le opposizioni. Dopo le elezioni europee sarà inevitabile riprendere il filo del dialogo.