Dibattito. Scelte chiare per il Parlamento europeo: dove vanno i Popolari?

Se a destra ci si rincorre tra Fratelli d’Italia e Lega per non perdere il voto sovranista e nazionalista, anche al centro e alla sinistra le cose non vanno meglio. Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Si è aperta una gara fratricida a destra tra Salvini e Meloni per accreditarsi i voti alle prossime europee, con grave danno per l’immagine del nostro Paese all’estero. La Presidente del consiglio con il vice Taiani, ministro degli esteri, schierati su posizioni nettamente euro atlantiste, mentre l’altro vice presidente del consiglio, Salvini, è fermo su posizioni anti UE e filo putiniane. In situazioni analoghe nella prima  Repubblica si andava alla crisi di governo. Ora sarebbe logico attendersi da parte delle minoranze la richiesta di un dibattito parlamentare sulla politica estera del governo, da concludersi con un voto, affinché ogni attore in commedia si assuma le proprie responsabilità.

Se a destra ci si rincorre tra Fratelli d’Italia e Lega per non perdere il voto sovranista e nazionalista, anche al centro e alla sinistra le cose non vanno meglio, considerati i diversi schieramenti cui i partiti di quest’area fanno riferimento a livello europeo.

Considerato  che si voterà per l’elezione del nuovo parlamento europeo, a me sembra che sarebbe corretto chiarire agli elettori e alle elettrici a quali aree politiche ci si intende collegare dopo il voto. Se a sinistra sembra scontato che i diversi partiti di quest’area faranno tutti riferimento a livello europeo al Pse, assai più frastagliata è la  situazione dei partiti che, a diverso titolo, si dichiarano “al centro” della politica italiana.

Una divaricazione tanto più incomprensibile per i diversi partiti e movimenti dell’area cattolica, i quali, volendo essere coerenti con la loro storia e tradizione culturale e politica, dovrebbero tutti riferirsi al Ppe, non solo perché quella è la casa dei padri fondatori, ma considerando  che il programma del maggior partito di questo schieramento europeo, la Cdu della Germania, è quello che fa diretto riferimento ai principi dell’economia sociale di mercato e ai principi della dottrina sociale cristiana. Ecco perché non comprendiamo la disponibilità espressa da qualche amico per un’alleanza preventiva con Renzi, il quale ha già deciso che, in caso di elezione a Strasburgo e a Bruxelles, farà riferimento allo schieramento di Macron che, con la nostra tradizione politica, ha ben poco da spartire. 

Ancor più incomprensibile quanto hanno più volte espresso amici come l’On. Fioroni e altri, che sognano il ritorno alla Margherita o all’Ulivo, e che, in caso di elezione al parlamento europeo, finirebbero con lo schierarsi a fianco dei partiti del gruppo socialista.

Certo oggi il Ppe vede la più ampia rappresentanza italiana espressa da Forza Italia la quale, acquisita la disponibilità della Dc di Cuffaro, ne ha declinato l’offerta, escludendo in ogni caso l’inserimento del simbolo di quel partito insieme a quello del partito del Cavaliere.

Cuffaro ha rilanciato ipotizzando la lista dei “Liberi e Forti”, un progetto interessante che andrebbe seriamente discusso se, come da qualche tempo anche gli amici di Iniziativa Popolare perseguono, fosse lo strumento per un primo passo di ricomposizione politica dell’area cattolica, unita nella prospettiva del sostegno al Ppe e, strategicamente orientata a realizzare analoghe convergenze alle prossime elezioni comunali, provinciali e regionali, sino alle future elezioni politiche.

L’incontro annunciato a Roma dai giovani coordinatori del gruppo di Iniziativa Popolare, Mattia Orioli e Roberta  Ruga, il prossimo 12 dicembre, con i rappresentanti dei diversi partiti e movimenti politici dell’area cattolica italiana, servirà proprio a verificare la disponibilità di quanti sono pronti per la raccolta delle firme necessarie per la presentazione delle liste nei diversi collegi, insieme alla volontà di battersi per una proposta di segno alternativo al progetto di “deforma” costituzionale indicato dal governo della destra, come già si fece al tempo del referendum promosso da Renzi. Ci auguriamo che il 12 dicembre possa nascere un progetto serio di Federazione dei Dc e Popolari, che sappia riprendere quanto di positivo avevamo già sperimentato con l’iniziativa dell’On. Gargani, alla quale aderirono oltre cinquanta tra partiti, movimenti, associazioni e gruppi della nostra area Dc e Popolare.