Domani incontro a Roma su “De Gasperi l’Europa e la pace”.

Il 3 aprile è il giorno dell’anniversario della nascita dello statista trentino. Una data importante. Dobbiamo rileggere la sua concreta azione politica e di governo, per trarre insegnamenti utili per l’oggi.

I

Giorgio Merlo 

Ricordare e rileggere il “magistero” politico e istituzionale di Alcide De Gasperi non significa limitarsi a compiere un’azione doverosa, burocratica e quasi di rito. Perchè dietro la “lezione” e la testimonianza concreta di uno statista – nel caso specifico di uno statista che è stato decisivo per gettare le fondamenta democratiche e liberali del nostro paese dopo il secondo conflitto mondiale – si intravede anche una cultura politica di riferimento a cui non si può e non si deve rinunciare. E non per un banale richiamo nostalgico o passatista ma per la semplice ragione che la cultura politica del popolarismo di ispirazione cristiana continua a dispiegare la sua bruciante attualità anche, e soprattutto, in un contesto politico, sociale e culturale profondamente diverso rispetto alla stagione costituente e post bellica.

E l’iniziativa promossa da “Tempi Nuovi, Piattaforma Popolare”, prevista per domani pomeriggio a Roma alla Sala dell’Immacolata (Basilica dei Santi Apostoli) risponde, appunto, a quell’esigenza. Certo, il 3 aprile è il giorno dell’anniversario della nascita dello statista trentino ed è una data, di conseguenza, che ci permette di rileggere – anche criticamente – la sua concreta azione politica e di governo in una stagione che era, per molti aspetti, cruciale per capire come si poteva conciliare una “cultura della pace” con la “fede nell’europeismo” a “difesa della libertà”. Il tutto anche in una fase storica, quella contemporanea, dominata da una crescente preoccupazione in ordine alla garanzia e al consolidamento della pace tra gli stati e negli stati. Una stagione contrassegnata da una guerra cruenta ai nostri confini nazionali e da una conflittualità tra le varie potenze mondiali che impone non solo un nuovo “ordine geopolitico” a livello internazionale, ma che richiede, di conseguenza, una rinnovata iniziativa politica e diplomatica. Certo, l’iniziativa in politica estera è seria, coerente ed efficace solo se è alimenta da una precisa e definita cultura politica. 

E proprio l’iniziativa politica di De Gasperi è stata improntata, da subito, a quella tradizione del cattolicesimo politico che nel nostro paese non è mai stata una cultura da archiviare perchè sconfitta dalla storia o dagli accadimenti concreti. Una cultura che storicamente è risultata vincente, soprattutto sul versante della politica estera e del ruolo dell’Italia nello scacchiere europeo ed internazionale, ma che per svariate ed inconfessabili motivazioni è stata giudicata dalla vulgata principale e dal “pensiero unico dominante” nel nostro paese inadeguata a reggere il confronto con le nuove dinamiche politiche. Al punto che la “criminalizzazione” politica esercitata prima dalle sinistre e dai suoi corifei giornalistici, mediatici, televisivi ed intellettuali, e poi dai populisti sul ruolo della Democrazia Cristiana nel nostro paese ha colpito nel segno riducendo l’esperienza dei cattolici impegnati in politica ad una sorta di peso da rimuovere al più presto.

Ora, dopo la profonda crisi della politica, dopo l’azzeramento delle tradizionali culture politiche e, soprattutto, dopo l’affermazione di partiti privi di veri autentici riferimenti culturali ed ideali, forse è giunto il momento per tornare alle “fondamenta” del nostro confronto pubblico per ridare dignità, autorevolezza e consapevolezza alla stessa azione politica. E, su questo versante, la tradizione e la cultura del cattolicesimo politico deve ritornare protagonista per la sua attualità e modernità e non per il mero richiamo della storia.

Ecco perchè, allora, riscoprire e rileggere il messaggiopolitico, culturale e di governo di Alcide De Gasperi è un atto importante per restituire dignità alla politica, da un lato,e fornire utili indicazioni per capire il ruolo dell’Italia e dell’intera Europa nello scacchiere mondiale contemporaneo, dall’altro.

E l’iniziativa promossa da “Tempi Nuovi, Piattaforma Popolare” risponde a quella esigenza e coglie quella domanda politica e culturale. Una domanda a cui i cattolici popolari e sociali, adesso, devono dare una risposta adeguata, intelligente e soprattutto coerente con la propria storia dove proprio il “magistero” di De Gasperi rappresenta ancora oggi un pietra miliare.