Monte dei Paschi, oggi controllata dal Tesoro, potrebbe presto essere in parte acquisita da Unicredit. La vendita potrebbe segnare la fine di un decennio complicato per Siena. La crisi della banca ha infatti avuto ripercussioni sull’economia senese.
Dopo una storia millenaria, la crisi del Monte dei Paschi comincia nel 2011, quando era la quarta banca italiana per capitalizzazione. Quell’anno, Mps ha una perdita netta di 4,7 miliardi (anche a causa dell’acquisizione di Antonveneta) ed è costretta a varare un piano di ristrutturazione, prevedendo la soppressione di 4.600 posti di lavoro. Nel 2014 l’istituto senese non supera gli stress test della Banca centrale europea, dando il via a un periodo estremamente complicato che si conclude nel 2017, quando lo stato entra nel capitale della banca senese.
La figura 1 riporta l’evoluzione dei redditi totali del comune di Siena e il contraccolpo che subisce a causa della crisi di inizio decennio. Come è naturale presupporre, i redditi sono diminuiti in tutte le città della Toscana in seguito alla crisi del 2011, ma è interessante notare che a Siena sono diminuiti più che negli altri capoluoghi. La linea rossa rappresenta l’evoluzione del reddito totale a Siena, mentre la linea blu tratteggiata costituisce il controllo sintetico, costruito includendo gli altri capoluoghi di provincia toscani. Se prima del 2011 l’andamento risulta essere simile, dopo quell’anno si crea una differenza negativa: Siena ha visto diminuire i propri redditi più degli altri capoluoghi della Toscana esattamente nel periodo in cui esplodono i problemi di Monte dei Paschi.
È interessante anche analizzare l’impatto che la crisi ha avuto sulla disuguaglianza di redditi a Siena. Una misura utilizzata spesso dagli economisti per quantificare il livello di disuguaglianza è l’indice di Gini, una misura di dispersione dei redditi che il Local Opportunities Lab ha calcolato per ogni comune italiano a partire dal 2000. Un valore alto dell’indice di Gini corrisponde a un’alta dispersione dei redditi, mentre un valore basso segnala un basso livello di disuguaglianza.
La figura 2a riporta l’evoluzione dell’indice di Gini a Siena dal 2000 al 2018, in particolare la sua diminuzione negli anni successivi alla recessione. Siena è quindi una città un po’ meno disuguale rispetto a quanto lo fosse prima del 2011. In termini assoluti, la figura 2b mostra come Siena avesse una dispersione dei redditi più accentuata rispetto al resto dei capoluoghi toscani, circa 2 punti percentuali in più, mentre in seguito alla crisi la differenza si assottiglia.
L’indice di Gini può diminuire per due ragioni: la fascia della popolazione con reddito minore aumenta, oppure quella con reddito maggiore diminuisce. Quello che emerge per Siena è che i redditi medio-alti soffrono di più rispetto agli altri.
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