Erano giovani e li hanno visti arrivare: Maiori 40 anni dopo.

La ragione di fondo dell’incontro sulla costiera amalfitana rispondeva solo ad una motivazione dettata dal ricordo e dall’amicizia. Eppure, s’è colta la scintilla di un nuovo e certamente diverso impegno politico.

L’idea è stata di Dario Franceschini. Semplice ma essenziale. E cioè, i delegati che si sono trovati a Maiori per il Congresso Nazionale del Movimento Giovanile della Dc del 1984 si sono ritrovatidopo 40 anni. Per fare un partito? Per avviare una riflessione dopo 40 anni di impegno politico e di militanza politica? O per fare una corrente – parlando con il linguaggio comune della prima repubblica – all’interno di qualche partito? Nulla di tutto ciò. 

La ragione di fondo dell’incontro sulla costiera amalfitana rispondeva solo ed esclusivamente ad una motivazione dettata dal ricordo e dall’amicizia. Quella vera, però e non quella dettata da ragioni burocratiche e protocollare. Certo, a differenza del ritrovo di qualche settimana fa a Firenze della vecchia FGCI con la presenza dei “sacerdoti” del solito caravanserraglio della sinistra ex e post comunista italiana,

quello di Maiori – com’era nella migliore consuetudine dei democristiani – è stato un incontro fra vecchi e giovani amici per ricordare i fasti di quella generazione approdata all’impegno politico negli anni ‘80 e che poi, almeno per alcuni di quelli, si è dispiegata lungo l’impervio e complesso

cammino della cosiddetta seconda repubblica. Un cammino che ha visto proprio quella generazione, ovviamente ancora unita a Maiori nella casa madre della Dc seppur spalmata nelle tradizionali correnti di quel partito, dividersi nella nuova e per certi aspetti singolare ed anacronistica offerta politica.

Ma, per restare all’incontro promosso da Franceschini a Maiori, quello che non si può non rilevare è che anche da una iniziativa che non prevedeva una riflessione politica ed organizzativa immediata, è emersa una precisa consapevolezza. E cioè, anche da un incontro semi conviviale e tra molti piccoli ma significativi conciliaboli, si può innescare la scintilla di un nuovo e certamente diverso impegno politico. È altrettanto ovvio che è del tutto inutile infilarsi in questi dettagli ma è altrettanto evidente che da una comune cultura politica, e storica, può ripartire un cammino di ricerca, di riflessione, di critica e quindi anche di azione che solo gli accadimenti concreti e la storia degli avvenimenti ci dirà dove collocarli politicamente. 

Perché a volte, come ci ricordava spesso l’indimenticabile Guido Bodrato, uno dei “maestri” della nostra generazione, “è la categoria della imprevedibilità a determinare gli accadimenti politici”. E l’incontro di Maiori con quasi 200 persone, al di là della volontà o dei desideri degli stessi partecipanti, rientra a pieno titolo proprio nel monito, severo ma realistico e sempre contemporaneo, di Guido Bodrato.