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venerdì, 24 Ottobre, 2025
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L’Europa al bivio: la visione di De Gasperi e l’urgenza di una nuova unità

Dalle ceneri della guerra alle crisi contemporanee: riscoprire i principi dei Padri Fondatori per plasmare il futuro del continente.

Più di mezzo secolo fa, alcuni leader visionari hanno ispirato l’istituzione dell’Unione Europea in cui viviamo oggi. I padri fondatori erano mossi da ideali comuni: pace, unità e prosperità del continente. Tra costoro il pragmatico democratico Konrad Adenauer, che dopo la Prima Guerra Mondiale intuì che una pace duratura poteva essere conseguita soltanto con un’Europa unita. Le sue esperienze durante il Terzo Reich avevano rafforzato questa idea. Poi, Robert Schuman, progettista ed artefice dell’integrazione europea. Nato a Lussemburgo, egli subì l’influenza tipica delle regioni di confine e, seppur reduce da esperienze negative vissute nella Germania nazista, comprese anche lui che, per gettare le basi di un’Europa unita, bisognava giungere ad una sinergia fra tutti gli stati, compresa la Germania. Insieme a Jean Monnet, egli elaborò l’omonimo Piano, che rese pubblico il 9 maggio 1950, data che oggi registra la nascita dell’Unione Europea.

Un ruolo di rilievo spetta anche ad Alcide De Gasperi: un grande mediatore cattolico spinto da un senso profondo di democrazia e libertà in Italia e in Europa.

L’esperienza del fascismo e della fase bellica lo convinsero che solo l’unione dell’Europa avrebbe potuto evitare un ritorno delle dittature. In questa direzione lo statista trentino lavorò, realizzando il Piano Marshall e creando stretti legami economici con altri stati europei. L’esperienza di studio a Vienna ha sicuramente rafforzato la sua vocazione al rispetto di culture diverse e l’apertura ad una visione europea in grado di concepire progetti comuni, pur nella differenza di tradizioni e costumi, per favorire la ricerca di una pace attraverso la “fraterna collaborazione tra i popoli”.

De Gasperi considera la cultura e le arti fattori fondamentali per costruire una identità europea e promuovere la cooperazione tra popoli, radicando l’Europa su valori comuni come la libertà e la dignità umana. La sua visione di un’Europa unita non è solo un progetto politico ed economico, ma anche sforzo per ristabilire un senso di unità e civiltà condivise attraverso la cultura. Oltre ai principi sopra citati, la democrazia e lo stato di diritto potevano, secondo il suo pensiero, diventare strumenti per rafforzare l’identità europea. Veri mezzi per creare un senso di comunità e solidarietà tra i cittadini, superando vincoli politici ed economici, nonché divisioni nazionali ed eredità nocive dei conflitti passati.

Anche in queste riflessioni Alcide De Gasperi appare estremamente attuale. A distanza di anni possiamo affermare che il cammino europeo non è stato facile, ma le difficoltà, di volta in volta superate, hanno dato sempre nuove e più vitali motivazioni per continuare la strada intrapresa. Il consolidamento dell’Europa unita continua faticoso – giornalmente si verificano fatti che ne testimoniano la difficoltà – ma occorre essere protesi tutti insieme nel cercare di superare gli ostacoli e perfezionare il concetto di unità europea. Nell’attuale congiuntura storica i vari paesi mantengono rapporti, soprattutto economici, difficili e non privi di tensioni. L’economia, comunque, spesso può però diventare mezzo di consolidamento, generando relazioni costruttive. L’aspetto multietnico dell’Europa crea interferenze sociali, rendendo l’area più dinamica, ma anche più complessa. In tale ambito la cultura può divenire importante termometro per verificare l’evoluzione della situazione.

La Cultura segue il corso della Storia, nel corso della quale la società esplora e sperimenta modelli e crea nuovi principi etici e politici. Una Storia coinvolgente è sicuramente quella dei popoli dell’Europa, culla di grandi civiltà passate, scrigno superbo di numerose conquiste dell’intelletto e della sensibilità umana. Solido filo comune si snoda lungo realtà differenti, unendo popolazioni che sono sempre state collegate da un antico comune sentire. Sono popolazioni chiamate a confrontare i propri modi di pensare ed agire.

Il tema culturale è vasto ed importante. È un settore in cui, per ottenere apprezzabili risultati, è fondamentale lavorare assieme per risolvere problematiche comuni, incontrarsi e dialogare per scambiare esperienze, raffrontarsi su temi generali o specifici per trovare le necessarie convergenze, illustrare il passato, definire il presente e progettare il futuro.

Nel mondo attuale, dove le distanze fisiche sono ormai quasi inesistenti e le contaminazioni sociologiche sono conseguenze del mondo cablato, la collaborazione nel mondo dell’arte può rivelarsi importante per promuovere il confronto fra culture diverse e il superamento di ostacoli politici e religiosi, secondo il principio che la cultura va, comunque, sempre oltre.

La cultura e le arti hanno un ruolo fondamentale sia come espressione artistica che come mezzo di comunicazione. Esprimono l’ideale di libero attraversamento delle tradizioni ed esperienze, superando ogni riferimento geografico. Proprio nell’ambito della creatività si possono riscoprire le differenti culture e tradizioni europee, linfa del pensiero e dell’agire, del passato e della progettualità futura. L’Europa della Cultura è oggi, più che mai, necessaria, essendo per definizione collante ideologico. Oggi i giovani creativi europei sono testimoni della storia presente in questo continente, tutt’ora ricco di contraddizioni. Essi adottano sempre nuove narrazioni fondate sia su fenomeni artistici del passato sia su nuovi metodi d’indagine sociale. Tutti, comunque, espressione interdisciplinare di alte valenze estetico-comunicazionali in grado di interagire con il cambiamento di mezzi tecnologici, riferimenti socio-politici e diffusione di ideali generali. È indubbio che il “colore locale”, se ben gestito, resti elemento fondamentale per caratterizzare ed orientare la vera fisionomia dell’Europa.