Era un gentiluomo d’altri tempi, Francesco Merloni, marchigiano di Fabriano, imprenditore e ingegnere illuminato, parlamentare Dc di lungo corso, Ministro dei Lavori pubblici in quella fase che potremmo chiamare di transizione politica rappresentata dai governi Amato (il primo dei due guidati dal giurista socialista) e Ciampi.
Merloni aveva un tratto solare e gentile, affabile e, al contempo, riservato, mai aggressivo o sopra le righe, mai tentato dall’ostentazione o dalla vanità, sempre essenziale e aderente alle tematiche sulle quali era chiamato a esprimersi e confrontarsi. Pochi come lui possono essere considerati veramente emblematici della parte migliore di una generazione di uomini di Stato e dell’economia che ha svolto un ruolo decisivo nella trasformazione del nostro paese, dopo la tragedia della dittatura e della guerra, in una democrazia liberale avanzata e nella realizzazione di quel salto di qualità nei livelli di benessere e di sicurezza sociale che abbiamo definito “il miracolo economico”.
Coniugava in modo esemplare cultura politica, ispirata dall’ideale cattolico-democratico, passione civile e impegno imprenditoriale finalizzato allo sviluppo socio-economico della sua terra marchigiana e, più in generale, date le dimensioni assunte dalla sua impresa, alla competitività del sistema Italia nei mercati internazionali.
Democratico cristiano, sulle orme del padre Aristide – fondatore dell’azienda di famiglia, già esponente del Partito Popolare sturziano, poi, negli anni ’50, Sindaco democristiano di Fabriano e in seguito senatore -Francesco svolse un’azione a largo raggio per la promozione del pensiero cattolico e di una visione interclassista e solidale dell’evoluzione sociale ed economica del Paese, rivestendo ruoli diversi, nel partito, nel Parlamento, nel Governo (sua l’iniziativa di una famosa e innovativa riforma nel settore degli appalti pubblici, nel periodo in cui è stato Ministro), nell’Unione cristiana imprenditori e dirigenti – di cui fu Presidente – nella Fondazione Merloni che promuove studi sull’economia e lo sviluppo e nell’Arel di cui, pure, è stato Presidente.
Questo senza mai discostarsi dall’impegno imprenditoriale, portato avanti con successo e con intuizioni illuminate che hanno consentito alla sua attività di produzione dei termosanitari di vincere le sfide della concorrenza globale e di imporsi nei mercati internazionali. Fino ad età molto avanzata ha continuato a viaggiare e ad esplorare i nuovi e difficili percorsi dei processi produttivi, ispirando ancora le più giovani generazioni con i suoi scritti e i suoi discorsi.
Ascoltando le sue lucidi analisi del quadro politico e delle evoluzioni economiche, ispirate da quella solida cultura e motivazione che la sua generazione aveva acquisito e “respirato” da insigni maestri, nel movimento cattolico degli anni della guerra e del dopoguerra, si apprendevano sempre nuovi elementi e si percepivano suggestioni utili a capire e ad orientarsi. Ricordo le visite nel suo studio romano, in via della Scrofa, era un grande piacere ascoltarlo, quando raccontava le origini dell’avventura imprenditoriale della sua famiglia (dalle bascule, bilance per l’agricoltura, alle bombole a gas, fino ai più avanzati elettrodomestici), i pericoli corsi nel periodo della Resistenza, la collaborazione del padre con Enrico Mattei che spesso si fermava a cena in casa loro, il decollo di un modello industriale (cosiddetto modello marchigiano) che portò benessere, certezze e nuove prospettive a una popolazione agricola un tempo povera e priva di una possibilità di riscatto.
Ancora, durante quei colloqui, trasmetteva l’entusiasmo di un’Italia che aveva creduto in se stessa, che aveva condiviso valori, rendendosi, con l’etica del lavoro e del risparmio, ma anche con la creatività e la capacità di innovazione, artefice di un destino di crescita e di promozione delle condizioni sociali. Di quell’Italia Francesco Merloni fu uno dei testimoni e dei protagonisti più significativi e di questo dobbiamo restare a lui riconoscenti, soprattutto noi democratici cristiani delle generazioni successive, delle quali possiamo certamente ritenerlo uno dei maestri migliori.