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Francesco richiama al dovere di cura e promozione del bene comune

Mai dire “non mi tocca, non sono capace, ho paura, non tocca a me, non è colpa mia”. Riportiamo ampi stralci della newsletter inviata regolarmente dalla presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani.

A otto anni di distanza dalla pubblicazione della enciclica Laudato si’, Papa Francesco, con l’esortazione Laudate Deum, arricchisce e rilancia un pensiero alto e lungo sul destino del creato, casa comune di tutta l’umanità. I titoli ripetono un verbo che, nonostante la forma imperativa, suona come pacata esortazione perché contiene il suono della lode, Il cuore del messaggio è la responsabilità di ciascuno e di tutti nel scegliere comportamenti che siano favorevoli alla vita: dell’universo che è come dire della umanità. Non si tratta mai di un discorso irenico, ideologico ma programmatico, quindi da rendere efficace con scelte che diventano fatti.

Non si può dire che non mi tocca, non sono capace, ho paura, non tocca a me, non è colpa mia, ecc.; quanti capri espiatori sappiamo trovare per giustificare la nostra accidia!

Il momento è molto preoccupante. C’è davvero una guerra mondiale a pezzi. Eppure, se non vediamo i telegiornali o non seguiamo i media, riusciamo perfino a dimenticarcene. E la guerra in Ucraina così vicina rappresenta una crisi dalle conseguenze ben ricordate dal Presidente Mattarella, se subentrasse stanchezza o peggio disimpegno. Si è aggiunta una crisi ancora più grave con l’eccidio terroristico di Hamas contro Israele. Problemi tanto enormi coinvolgono anche la nostra partecipazione. Nei sistemi democratici la partecipazione è sovranità democratica. Questa è necessario che si esprima non solo col voto ma con attenzione ai fenomeni che creano il contesto in cui viviamo, sia in casa nostra che nel mondo.

[…]  Le encicliche Fratelli tutti e Laudato si, con l’ultima esortazione Laudate Deum – testi davvero laici -, richiamano a comportamenti virtuosi. Sono testi erga omnes perché la politica interna non può prescindere e dimenticare il contesto internazionale e per noi, in primis, l’Europa.

[…] C’è una interdipendenza che prescinde dal nostro volere: “Il mondo sta diventando multipolare e allo stesso modo così complesso che è necessario un quadro diverso per una cooperazione efficace. Non basta pensare agli equilibri di potere, ma anche alle necessità di rispondere alle nuove sfide (…) sanitarie, culturali sociali, soprattutto per consolidare il rispetto dei diritti umani più elementari …” (Francesco, L.D. n.42) Nella dimensione della complessità, l’armonia e il rispetto delle persone e delle regole dipendano sia da grandi che da piccoli gesti e comportamenti personali. Nella Laudato si il Papa suggerisce, in fondo, buona educazione: non sporcare la città, rispettare i beni comuni, ecc. È il richiamo alla responsabilità di ciascuno; non si possono imputare ad altri, alla politica, alla amministrazione pubblica, negligenze, se per primi non partecipiamo all’interesse collettivo.

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