Guerra di Ucraina, i soldati e un onore perduto.

Il contrario dell’infamia è la fama, la dea alata. Ad essa hanno mozzato le ali e striscia sul campo di guerra dando solo eco allo schifo per belve senza guinzaglio.

C’è qualcosa di immondo in questo mondo e non conviene per nulla averne una capacità di adattamento. C’è qualcosa di sporco e che non va affatto via facilmente. Questa non è la seleção dei migliori di una parte contro i migliori dall’altra per vedere chi prevarrà nelle virtù. Siamo invece in presenza della esibizione compiaciuta di un fatto ignobile, che non ha nulla a che fare con la impossibilità di comprendere per intero la grandezza e la bellezza della creazione.

Siamo all’opposto. È di smarrimento e resta ignota la capacità della nefandezza di una scelta di un certo tipo.   Due eserciti sono in affanno, devono rimpinguare le fila sfoltite da troppi morti per causa nemica e così reclutano forze, grattando sul fondo del barile. Qui non vale l’amor di patria e neppure la prospettiva di un riscatto morale dei protagonisti. Qui c’è solo un’aria turpe e null’altro. Le truppe di Putin hanno ingaggiato gratuitamente due detenuti che non sembra fino ad oggi abbiano maturato sentimenti di pentimento per i delitti commessi in precedenza.

Piuttosto, è proprio questo il punto di forza. Avessero conosciuto un ravvedimento per i delitti commessi, non sarebbero stati di alcun interesse. L’aberrazione è ciò che è loro richiesto, il saper andare fuori dal tracciato non avendo scrupoli di sorta. In battaglia occorre non avere cuore. Non a caso, uno dei due banditi di fresco ingresso nelle truppe russe aveva ucciso un uomo. Estirpandone il cuore, lo aveva poi fritto e mangiato. L’altro invece, meno ghiotto di frattaglie umane, si è limitato ad uccidere due donne e poi con una mannaia ha fatto a pezzi i corpi ma, delicatamente, non ne ha assaggiato neanche un grammo.

A queste due punte di eccellenza dell’esercito russo è stata promessa la libertà dopo la guerra. Sul fronte ucraino serve la loro barbara risolutezza per avere ragione degli avversari.

Conquistato un villaggio nemico, possiamo immaginare come potranno liberamente sbizzarrirsi sulla popolazione locale.

Non giungono voci di rifiuto da parte degli alti gradi dei generali di Putin, che vedono infangata la dignità e l’onore militare a motivo della militanza di queste spietate leve nelle loro schiere. Negli anfiteatri romani i gladiatori combattevano tra di loro per il premio di libertà. Servivano al buon successo dei giochi ma non erano scatenati contro altri popoli.La legione straniera francese, che si è storicamente distinta per atti di valore militare, è composta da volontari, anche senza documenti, che vogliano però rifarsi una vita.

Sono ammessi quelli che abbiano avuto problemi con la giustizia ma che non abbiano in ogni caso ucciso, stuprato o abbiano fatto parte di membri di organizzazioni criminali. Esclusi anche spacciatori, trafficanti di droga, pedofili, tossicodipendenti, alcolisti e disertori. Si legge nel loro motto – “Legionari per un giorno, legionari per sempre” – attaccamento e fedeltà alla patria. Gli stessi sentimenti che muovono, a quanto pare, le nuove fila russe.

Anche l’Ucraina, a corto di uomini ha promulgato una legge che consenta di attingere ai detenuti nelle carceri per rinfoltire i ranghi delle milizie. Sulle orme della legione straniera, lascia però in carcere gli omicidi, stupratori, spacciatori e traditori. Chi ha sbagliato nella società degli uomini può avere un legittimo desiderio di riscatto, liberandosi dal disonore che lo affligge, dando del suo a compensazione del male fatto. L’impressione che mettere in campo chi non abbia di questi crucci sia il punto più basso di questa guerra.

Soldato proverrebbe dal latino Solidarius, chi agisce dietro ricompensa di denaro. Essere al soldo insomma di un potere. Sold out è quello che si scrive quando uno spazio è esaurito in ogni posto, quando si è al culmine dello schifo e non se ne può aggiungere altro. Anche “solidarietà” ha la stessa radice latina, il solidum è infatti una moneta. In solidum obligari è l’obbligazione in solido del diritto romano.

Solidarietà è anche intesa come comunanza, aiuto e sostegno verso chi è in una condizione di difficoltà e disagio. Non sembra essere propriamente questo l’animus dei recenti ingressi nelle forze russe. I detenuti, di cui si dice, hanno in comune con i celebri Ghurka nepalesi la ferocia in combattimento, aggiungendovi, del loro, anche la spietatezza, l’indifferenza ed il gusto nel procurare la morte. Al termine della guerra torneranno in patria acclamati e liberi anche di ripetersi, coerenti all’istinto che li muove.

Il contrario dell’infamia è la fama, la dea alata provvista di più occhi per vedere e più orecchie per ascoltare. Era munita anche di numerose bocche per diffondere più voci in lingue diverse. Alla fama, questa volta, hanno mozzato le ali e striscia sul campo di guerra dando solo eco allo schifo per belve senza guinzaglio a tenerle a bada. L’arte militare è andata in frantumi. Ancora una volta, la guerra, priva di reticenza e di pudore, ha svelato il suo volto.