Ad ogni iniziativa “dal basso”, sia locale sia nazionale, scatta il meccanismo mediatico politico di tentare di scoprire dov’è il trucco, in parole semplici se c’è la volontà di fondare un nuovo partito. Ma questo nasconde la volontà di screditare una genuina “tirata d’orecchi” alla politica.

In questo nuovo caso, il fenomeno delle cosiddette sardine, è stato detto in più occasioni che l’intento è quello di chiedere alla politica di rinnovarsi di essere lì, in quella piazza, in quella strada, nella vita che tutti i giorni mette alla prova.

Questa spiegazione che, secondo me, dà senso al civismo, anzi è l’essenza del civismo, è ciò che è. Forma di partecipazione forte che sprona al bene comune, forma di partecipazione che rende lievito. Forma di partecipazione che rende la contesa politica civile e di alto profilo. Insomma tutto ciò che la politica attuale non è. Ma non sono così nemmeno i media che riverberano tutto il peggio che circola.

Possiamo per una volta essere liberi dai condizionamenti che ci rendono cinici fruitori di una politica che è ormai becera gestione del potere? Possiamo prendere il buono che ci viene proposto senza retropensieri? Questi ragazzi possono pure avere tratti di ingenuità, ma rispetto a quelle puerili baggianate dell’uno vale uno e del vaffa, scavano un abisso.

Evitiamo di costringerli in un recinto che ci sta distruggendo. Dimostriamo che tutti vogliamo una buona politica responsabile e competente.