I rapporti tra Usa e Cina nella distensione necessaria al mondo

In discussione sono le relazioni tra Pechino e Washington dopo che la Cina di Xi Jinping non sembra più disponibile ad accettare un modello come quello degli ultimi vent'anni.

 

 

La rimozione del ministro degli esteri cinese Qin Gang, che era scomparso dalla scena pubblica nell’ultimo mese, da parte del Comitato permanente dell’Assemblea Nazionale del Popolo e la sua sostituzione con il responsabile Esteri del Partito  Comunista Cinese Wang Yi, rese note con uno scarno comunicato l’altro ieri da Pechino, hanno molto a che fare con gli equilibri di potere interni al partito-stato cinese e alle relazioni tra Cina e Stati Uniti, le quali possono esser considerate le relazioni bilaterali più importanti al mondo nel XXI secolo. Le diverse visioni del rapporto con l’America dopo la storica ammissione della Cina nell’Omc del 2001 hanno determinato più di ogni altra cosa le divisioni, anche profonde, che esistono, pur ovattate e dissimulate, nella politica cinese.

 

Due luoghi-chiave in cui si è consumato questo scontro sono il ministero degli esteri cinese e l’ambasciata cinese a Washington. Dal lato cinese uno dei principali artefici del nuovo corso nelle relazioni sino-americane in questo secolo è stato senza dubbio l’ex ambasciatore cinese a Washington, ex ministro degli esteri, ex responsabile esteri del Pcc, nonché amico della famiglia Bush, Yang Jiechi, la cui impronta sul ministero degli esteri cinese si è mantenuta almeno fino al XX Congresso del Pcc dello scorso anno.

 

La nomina a ministro degli esteri di Qin Gang nel dicembre  dello scorso anno, a sua volta già ambasciatore cinese a Washington dal luglio 2021, poteva esser vista come un compromesso tra le due fazioni del Pcc, quella mercantilista di  Yang Jiechi e quella “centrista”, nazional-popolare del presidente Xi Jinping che, pur essendo al potere dal 2012 e pur avendo avviato dal 2017 una massiccia campagna di epurazioni all’interno del Pcc, non ha consolidato il suo potere che dopo il Congresso del Pcc dell’ottobre 2022 e dopo le Due sessioni (liǎnghuì in cinese), le sedute plenarie dell’Assemblea nazionale del popolo, della scorsa primavera che, tra l’altro, hanno promosso lo stesso ministro, Qin Gang, nel Consiglio di Stato (Guówùyuàn), a dispetto del nome, massimo organo esecutivo della Cina, carica che egli mantiene nonostante la sostituzione da ministro degli esteri.

 

Quali che siano le ragioni formali della destituzione del ministro degli esteri cinese Qin Gang, (corrono voci di una relazione sentimentale con una giornalista di Hong Kong, ritenuta un agente di servizi stranieri), appare chiaro che i fatti che hanno portato ad una tale misura, hanno a che fare con le relazioni tra Stati Uniti e Cina, al punto che proprio durante la sparizione dalla scena pubblica di Qin Gang, si sono materializzati a Pechino due pesi massimi della politica americana come Kerry e Kissinger.

 

In discussione sono le relazioni tra Pechino e Washington dopo che la Cina, con la definitiva affermazione al potere di Xi Jinping, non sembra più disponibile ad accettare un modello, quello degli ultimi vent’anni, che ha da un lato approfittato oltre i giusti limiti della forza lavoro cinese e che nel contempo ha prodotto la desertificazione industriale dell’America e la stampa oltre il dovuto di moneta da parte americana per prolungare un sistema che si è rivelato insostenibile per entrambe le parti.

 

Da questa crisi, dunque, può nascere una svolta nelle relazioni bilaterali, ben espressa da Xi Jinping nelle parole, riportate dall’agenzia cinese Xinhua, con cui ha accolto Henry Kissinger nella sua recente visita a Pechino: “la Cina e gli Stati Uniti possono raggiungere risultati reciproci e prosperità comune, con l’obiettivo fondamentale di seguire i principi del rispetto reciproco, della coesistenza pacifica e della cooperazione vantaggiosa per tutti”.

 

Insomma, un caloroso  invito all’ingresso degli Stati Uniti nel mondo multipolare, in cui alla ricerca di nuove e continue minacce da combattere viene sostituita la collaborazione tra sistemi diversi ma non per questo nemici.