I risultati senza clamore delle elezioni amministrative

L’analisi del voto non raccoglie segnali clamorosi. Come sempre, in ambito comunale, a far la differenza è il “fattore campo”, ovvero la specificità e la concretezza delle diverse sfide sui territori.

L’astensionismo non è stato così grave come pure si temeva al termine della prima giornata di queste elezioni amministrative e tuttavi la sua ulteriore crescita, anche solo di due punti e poco più, non deve essere sottovalutata. Indica comunque uno stato di malessere. Evidentemente, l’assenza di una proposta organica e strutturata dell’area di centro contribuisce alla espansione di questo fenomeno di sotterraneo logoramento dei rapporti tra istituzioni e cittadini. In questa tornata elettorale non ha neppure favorito una delle coalizioni in campo, essendo piuttosto un motivo di perturbazione che reca danno alla politica nel suo complesso.

L’analisi del voto non raccoglie segnali clamorosi. Come sempre, in ambito comunale, a far la differenza è il “fattore campo”, ovvero la specificità e la concretezza delle diverse sfide sui territori. Nell’insieme si può dire che a sinistra si tira un sospiro di sollievo per una sostanziale e diffusa tenuta elettorale; a destra, invece, si contempla il processo di assestamento che non esalta e non deprime, a prescindere da alcune dichiarazioni enfatiche degli uomini più vicini alla Presidente del Consiglio; il Terzo Polo, lacerato dalla lite tra Renzi e Calenda, si deve accontentare di una presenza a macchia di leopardo, con la speranza del suo rilancio futuro. I 5 Stelle, infine, gestiscono senza visione il loro malinconico declino, al solito più visibile nelle prove elettorale locali.    

Questo è il quadro dei risultati più significativi secondo una nota diramata a tarda sera dall’Agenzia AskaNews. Sondrio, Treviso, Latina, Imperia e Pisa al centrodestra, Brescia e Teramo al centrosinistra. Sono questi i capoluoghi di provincia al voto che al primo turno vanno verso un risultato definitivo sul nome del primo cittadino. Ad Imperia viene confermato il sindaco uscente, l’ex ministro Claudio Scajola, con il 61,69% dei voti, davanti al vicecommissario Ivan Bracco, espressione del centrosinistra, al 22,7%. La candidata del centrodestra, Matilde Celentano, ha fatto man bassa di voti a Latina, surclassando, con il 70% delle preferenze, Damiano Coletta, ex sindaco di centrosinistra. Non cambia l’inquilino al comune di Sondrio, Marco Scaramellini, sindaco uscente del centrodestra, è stato confermato con il 59,59% dei voti. Staccato il candidato del centrosinistra Simone Del Curto, che si è attestato al 37,02%.

Anche al comune di Treviso non cambia il primo cittadino: Marco Conte, sindaco uscente del centrodestra ha ottenuto il 64,91% dei voti. Distaccato di molto Giorgio De Nardi, del centrosinistra fermo al 27,9%. A Brescia, affermazione di Laura Castelletti, attuale vicesindaco, del centrosinistra, che con il 54,9% dei voti ha superato Fabio Rolfi (41,6%)del centrodestra e che per l’evento conclusivo della campagna elettorale aveva avuto il sostegno in presenza anche della premier Giorgia Meloni.

A Teramo la coalizione Pd-M5s ha portato a casa il successo del sindaco uscente, Gianguido D’Alberto, grazie al 53,5% dei voti, Carlo Antonetti del centrodestra si è fermato al 38%. Michele Conti, sindaco uscente di Pisa, è quasi certo della riconferma grazie al sostegno di una larga coalizione di centrodestra, con il 51,84% dei voti. Paolo Martinelli, del centrosinistra è al 40,1%.

Vanno al ballottaggio, in programma il 28 e 29 maggio, gli altri sette capoluoghi, a cominciare da Ancona, con il candidato del centrodestra, Daniele Silvetti in testa con il 45,87% delle preferenze, davanti alla sindaca uscente del centrosinistra, Ida Simonella, con il 40,89%. A Brindisi la lotta per la poltrona di primo cittadino sarà tra Giuseppe Marchionna del centrodestra al 45,42% e Roberto Fusco, espressione di Pd e M5s, al 32,25. A Siena, il duello vedrà la candidata sindaca del centrosinistra, Anna Ferretti, al 30,89% dei voti Nicoletta Fabio, sostenuta dalla coalizione del centrodestra, al 2,8%. A Massa, dove il centrodestra si è presentato diviso, sono stati premiati il candidato di Lega e Forza Italia, Francesco Persiani (33,7%), ed Enzo Ricci (30,4%), sostenuto dal centrosinistra. Fuori dal ballottaggio Marco Guidi (20,4%) con Fratelli d’Italia, Noi Moderati e Nuovo Psi.

Le urne di Terni hanno premiato Orlando Masselli del centrodestra con 34,34%, e Stefano Bandecchi, di Alternativa popolare. Il patron di Unicusano e della Ternana calcio ha ottenuto il 29,08%. Resta fuori dal ballottaggio, per la prima volta il centrosinistra che con Josè Maria Kenny si è fermato al 22,19%. A Vicenza il ballottaggio sarà tra Giacomo Possamai, capogruppo Pd alla Regione Veneto, sostenuto da quattro liste civiche, arrivato al 45,9% e Francesco Rucco, espressione dal centrodestra con il 44,1%.