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martedì, Febbraio 11, 2025
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Il caso Ruffini

Forse il direttore dell’Agenzia delle Entrate segue una sua trama politica? Netta la smentita. Tuttavia l’indiscrezione ha suscitato molta curiosità. Dunque, il pianeta chiamato "mondo cattolico" trasmette segnali di vita.

La notizia ha subito mosso le acque suscitando reazioni di  vario genere. In realtà, un certo brusio di fondo  accompagnava da tempo la voce riportata mercoledì  scorso da Mario Ajello, un giornalista di lungo corso e  sempre ben informato, sulle pagine de “Il Messaggero”.  Nero su bianco, il direttore dell’Agenzia delle Entrate,  Ernesto Maria Ruffini, era catapultato sulla scena politica  come possibile homo novus del centro-sinistra. Ebbene,  tirato per la giacchetta, l’interessato non poteva che  dissipare con parole inequivoche il sospetto di una trama  politica all’ombra del suo delicato incarico pubblico. 

“Sono un servitore leale dello Stato – ha riferito nel giro di  poche ore all’Ansa – totalmente impegnato nell’attività  dell’Agenzia delle Entrate e qualcuno ha tratto letture  improprie dai miei interessi culturali, civili e storici”. E poi ha  voluto aggiungere: “Anch’io, come tanti, ho letto i giornali  stamattina mentre mi trovavo a Milano a fare, come ogni  giorno, il mio lavoro di Direttore dell’Agenzia delle entrate.  Non so l’origine di questi articoli. Quel che so è che sono  solo un servitore dello Stato totalmente impegnato con  lealtà e dedizione nel servizio che sto svolgendo. I miei  interessi culturali, civili e storici non sono mai stati un  segreto per nessuno. Da essi, mi sembra di capire che  qualcuno abbia tratto letture improprie”.

Effettivamente, in questa vicenda ancora aperta pesa  soprattutto un certo carico di “letture improprie”, e cioè  l’attribuzione, fuor di metafora, di un disegno politico che a  rigore non vive e cresce fuori da una limpida assunzione di  responsabilità, con tutte le debite conseguenze. Ruffini è  una persona che gode di stima e rispetto, qualora gli fosse  chiesto di gettarsi nella mischia sarebbe il primo a tirare le  somme, per non lasciare spazio agli equivoci.  

In ogni caso, bisogna pur notare che una congettura fatta  notizia, senza poi riscontro effettivo, ha suscitato  un’attenzione ben superiore a qualsiasi pronostico, anche il  più generoso. Allora, che dire? Forse c’è vita su Marte. Un  lampo di curiosità ha infatti illuminato il pianeta chiamato  “mondo cattolico”, rivelando l’esistenza di una domanda  propriamente politica. Non è un fatto da poco. Per questo,  al di là di ciò che attiene alla coscienza dell’interessato, il  “caso Ruffini” rimane aperto.