Il diritto-dovere per essere protagonisti attivi è la partecipazione

L’anno nuovo si annuncia ancora carico di incertezze. È tempo di una profonda revisione dei comportamenti e dei modi di comunicare da parte delle forze politiche, perché sappiano ricollegarsi alla opinione pubblica.

Mi pare che non possa esserci l’avvio del primo Mix del 2024 con auguri migliori di quelli formulati dal Presidente Mattarella nel suo messaggio di fine anno. Si è trattato di un discorso che ricapitola analisi e proposte in merito al contesto interno e internazionale, che ci tocca vivere. Ogni preoccupazione, come ogni aspettativa, non può prescindere dalla consapevolezza che ciascuno ha delle responsabilità da assumere.

L’anno nuovo si annuncia ancora carico di incertezze, di timori per guerre e violenze quotidiane. Il Presidente ricorda che è la cultura che rende capaci di capire la pace e come perseguirla; è la cultura che rende capaci di amore non possessivo, egoistico e violento. È ancora la cultura che rende partecipe il cittadino per esercitare diritti e doveriIl nostro presente prepara il futuro per noi, ma soprattutto per le generazioni che ci seguiranno, i figli, i nipoti. 

Noi abbiamo la ambizione di costruire un ambiente di vita, di lavoro, ricca di innovazioni che tuttavia salvaguardino la nostra umanità, quello spirito interiore che recupera la nostra peculiare identità nella comunità civile?

Enea, esule e pellegrino, verso una meta ancora ignota, “non lascia indietro nessuno” (brutta espressione abusata): il passato, è il padre che gli ha dato la vita, il figlio cui ha affidato la continuità della famiglia, cioè la cultura, la tradizione, il futuro.

Anchise e Ascanio ci rappresentano come singoli e come narrazione della storia collettiva. Se si interrompe o peggio si spezza con violenza il legame, la relazione, fra gli stadi della vita, avviene qualche stravolgimento che altera i rapporti sociali e l’ordinato progresso, che coinvolge anche l’assetto politico.

In questo momento il pianeta – “la nostra casa comune” – è sconvolto da decine di guerre dimenticate – “guerra mondiale a pezzi“ e da un cambiamento climatico che fa dei negazionisti i nemici del futuro comune.

Questo fenomeno e le guerre vicine – Ucraina, avamposto dell’Europa, e lo sconvolgente conflitto in Medio Oriente – chiedono a tutte le persone di buona volontà di non sottrarsi a nessun impegno, piccolo o grande di cui si è capaci, per partecipare e condividere le scelte difficili che le classi dirigenti della nostra Nazione e della “Europa” devono mettere in campo.

Il diritto-dovere per essere protagonisti attivi è la partecipazione. Precisa l’esortazione del Presidente: “Viviamo, quindi, un passaggio epocale. Possiamo dare tutti qualcosa alla nostra Italia. Qualcosa di importante. Con i nostri valori. Con la solidarietà di cui siamo capaci. Con la partecipazione attiva alla vita civile. A partire dall’esercizio del diritto divoto. Per definire la strada da percorrere, è il voto libero che decide. Non rispondere a un sondaggio, o stare sui social”.

Ma l’esercizio del voto, per eccellenza espressione della sovranità democratica dei cittadini, non gode di buona salute. Ad ogni tornata elettorale aumenta l’astensionismo che, tuttavvia, non sembra preoccupi più di tanto le forze politiche. È tempo di una profonda revisione dei comportamenti e dei modi di comunicare da parte delle forze politiche, perché sappiano ricollegarsi alla opinione pubblica, con visioni e programmi conseguenti e coerenti.

 

[Il testo è tratto dalla newsletter che Mariapia Garavaglia invia regolarmente alla sua lista di amici]