I primi 14 emigranti erano già in Albania, sbarcati su una torpediniera della marina militare italiana. Trattati, usando la metafora della filosofa Francesca Rigotti, come polvere da aspirare e buttare. Tuttavia, secondo il tribunale di Roma, devono tornare urgentemente in Italia. Un fallimento in ogni senso, compreso quello economico.
La “felice allegria” iniziale di Giorgia Meloni, alimentata dal sostegno di alcuni paesi europei al suo metodo, è stata celebrata da Tg e giornali. Ma il nostro Primo ministro ha regalato oltre 700 milioni di euro al collega albanese Edi Rama, invece di investirli a Lampedusa o nella sanità pubblica. In cambio, ha ottenuto 5-6 ettari di terra a Shengjin, un paesino di fronte a Brindisi con una spiaggia modesta, lontana dalle bellezze di Lampedusa e dalla sua famosa “Spiaggia dei Conigli”.
L’isola, proposta a più riprese come candidata al Nobel per la pace, vede oggi il suo centro per migranti chiuso e in rovina. Al contrario, in Albania è stato costruito un hotspot: non un lager o una prigione, ma un “punto caldo di accesso” recintato e sorvegliato, creato per identificare, registrare e controllare chi arriva senza regolare permesso. Persone, non oggetti. Tuttavia, i costi di gestione – personale, medici, sorveglianza, manutenzione – si stanno rivelando enormi, suscitando critiche al governo.
In difesa della Meloni è intervenuto anche Maurizio Belpietro, direttore de La Verità, attaccando con leggerezza la Caritas e le cooperative, accusate di gestire un lucroso business sull’accoglienza.
Riflettendo sulla soddisfazione iniziale della Meloni, mi viene in mente un’altra “felice allegria”, vissuta però in silenzio: quella di Mimmo Lucano. Quattro volte sindaco di Riace, oggi eurodeputato, premiato nel 2010 come uno dei migliori sindaci al mondo e nel 2016 come uno dei leader più influenti. Lucano ha fatto rivivere il suo borgo accogliendo 400 migranti e integrandoli, offrendo loro casa e lavoro, risollevando l’economia locale e incarnando quei valori di accoglienza tipici della cultura meridionale.
Il suo esempio ricorda i valori espressi da Papa Francesco in Fratelli Tutti, dove il mondo intero è rappresentato come un’unica barca, nella quale dobbiamo remare insieme, senza dividerci in piccole e pericolose barche sovraniste.