Si dovrebbe scrivere che la decisione assunta ieri dal Consiglio di amministrazione di Tim metta un punto fermo sulle vicende molto ingarbugliate dell’azienda di telecomunicazioni, pur sempre considerata, nonostante le mille traversie e gli equilibri societari complessi, un asset fondamentale del sistema Italia. In realtà, la parola fine non è detto che sia stata scritta, in modo per così dire irrefutabile, vista la reazione molto dura dell’azionista privato di riferimento.
“Due anni di lavoro a testa china si chiudono con una decisione storica: dare il via alla nascita di due società con nuove prospettive di sviluppo. Entrambe saranno il punto di riferimento per la trasformazione digitale del nostro Paese perché, grazie a questa operazione, potranno accelerare lo sviluppo tecnologico nel settore delle Telecomunicazioni”. Lo ha dichiarato Pietro Labriola – Amministratore Delegato TIM – in una nota diramata nel pomeriggio di ieri, sottolineando che “non è la conclusione del nostro percorso ma un nuovo inizio. Con questa operazione, infatti, diamo linfa all’infrastruttura di rete e allo stesso tempo consentiamo alla nuova TIM di focalizzarsi sull’innovazione tecnologica che serve per governare il complesso mercato dei servizi digitali e giocare un ruolo da leader”.
“Il primo ringraziamento per questo risultato – ha detto Labriola – va a tutte le persone della nostra Azienda, da sempre il punto di forza in ogni momento che abbiamo attraversato insieme. Senza di loro non sarebbe stato possibile raggiungere questo importante traguardo. Voglio sottolineare inoltre l’importante ruolo delle Istituzioni e delle Autorità competenti che sono la miglior garanzia per l’esecuzione di questo piano”.
“Infine, a tutti i nostri azionisti – conclude l’ad di Tim – dico che stiamo restituendo a TIM la possibilità di guardare ad un futuro sostenibile e di essere pronta a cogliere le opportunità che avrà davanti. Il nostro obiettivo è proseguire su questa strada tracciata dal piano approvato con l’appoggio dei nostri principali azionisti, restando sempre aperti al dialogo e alle proposte che ci vengono sottoposte, in particolare, dai soci più importanti. Siamo convinti che la forza del nostro Gruppo, insieme a ciò in cui crediamo, porterà a far crescere l’Azienda e a generare valore per tutti. Ora torniamo a lavorare a testa bassa per mettere a terra questa grande e storica decisione del CDA di oggi”.
Fin qui la posizione di Labriola, appoggiata come è noto dal governo, anche nelle ultime ore a fronte di proposte alternative. Di tutt’altro avviso Vivendi, primo azionista di Tim, che “si rammarica profondamente” avendo il Consiglio di Amministrazione di TIM “accettato l’offerta di KKR di acquistare la rete di TIM senza innanzitutto informare e richiedere un voto ai propri azionisti, contravvenendo così alle norme di governance”. Il gruppo francese preannuncia azioni legali contro le deliberazioni del cda: “Essendo rimasti inascoltati tutti gli appelli alla ragionevolezza, Vivendi utilizzerà ogni mezzo legale con la possibilità di impugnare tale decisione e di tutelare i propri diritti e quelli di tutti gli azionisti”, si legge in un comunicato diffuso da Vivendi alla fine del Cda.
“Le motivate richieste di Vivendi, espresse attraverso molteplici comunicazioni al Consiglio di Amministrazione, ai Sindaci e all’Autorità di regolamentazione del mercato (Consob), volta a tutelare tutti gli azionisti e a prevenire una situazione così pregiudizievole – si legge nella nota – sono state completamente ignorate. Il Consiglio di Amministrazione di TIM ha quindi privato ciascun azionista del diritto di esprimere il proprio parere in sede di Assemblea degli Azionisti, nonché del connesso diritto di recesso per i soci dissenzienti”.
Secondo Vivendi “cinque pareri pro veritate hanno confermato che la cessione dell’intera infrastruttura di rete di Telecom Italia ha comportato un netto cambiamento dell’oggetto sociale di TIM”, sicché questi “avrebbe reso necessaria una preventiva modifica dello statuto della società, decisione di competenza esclusiva dell’Assemblea Straordinaria”. E pertanto “la decisione assunta dal Consiglio di Amministrazione di TIM – si legge ancora – è viziata anche dalla mancata applicazione delle disposizioni in materia di operazioni di maggiore rilevanza con parti correlate, alla luce della partecipazione con poteri decisionali del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che controlla la parte correlata di TIM, Cassa Depositi e Prestiti”.
Infine, anche Il fondo Merlyn Partners, che aveva presentato una proposta alternativa all’offerta vincolante di Kkr per la rete Tim, ha criticato in serata la scelta adottata dagli amministratori dell’azienda. La partita non è finita, tutto si sposta sul terreno delle dispute forensi.