Impegno civile, un nuovo saggio engagė di Filippo La Porta.

Arriverà il 17 novembre in libreria l'ultimo libro dello scrittore romano: "Splendori e miserie dell'impegno. Riflessioni". Una carrellata di scrittori, da Manzoni a Murgia, per leggere bene dentro questa storia.

Ancora una volta Filippo La Porta dà fondo alla sua arte di grande recensore e critico letterario per inanellare pensieri sempre puntuali, mai scontati, che rendono le sue rigorose perlustrazioni un racconto armonico, coinvolgente, sofisticato. Questo libro, ultimo nella già cospicua produzione dall’autore, è qualcosa che va oltre la semplice fotografia di come abbiano concepito l’impegno civile alcuni scrittori importanti, da Manzoni a Murgia. C’è un ragionamento che lega le parti, uno sforzo che potremmo definire di amalgama, se la parola non fosse prigioniera di un certo lessico politico. E quindi, dal lato dell’intellettuale engagé, una visione che riguarda l’oggi.

Ecco allora le riflessioni di La Porta. Nella Storia i grandi balzi in avanti compiuti lungo il sentiero della civiltà sono stati ispirati dagli uomini di pensiero, intellettuali, filosofi che con la loro visione scuotevano le coscienze e facevano percepire come realizzabili nuovi scenari più progrediti, migliori per la complessa e contraddittoria società umana. Nell’era caotica dei social media e del conformismo mediatico, queste voci appaiono confuse, prive di vigore permeante, incapaci di risvegliare il pensiero critico, narcotizzato dal flusso incessante di dati. Le persone di cultura e gli scrittori, in particolare, avvertono la necessità di tracciare una rotta, di denunciare, come sentinelle della verità.

Tuttavia, nell’epoca dell’immagine e del politicamente corretto, anche questa attitudine può sembrare una posa, una strategia di marketing. Difendere gli oppressi, gli ultimi può diventare un’autocertificazione della propria superiorità morale, che rende irrimediabilmente vana ogni buona intenzione. Per questo è bene tenere a mente che l’impegno civile è, sì, responsabilità verso gli altri, ma non può prescindere dall’impegno verso la propria autenticità e verso la scrittura.

A breve il libro, edito da Castelvecchi, sarà in vendita nelle librerie. Una buona lettura per le prossime vacanze di Natale.

 

 

Filippo La Porta

Critico e saggista. Scrive regolarmente su «la Repubblica» e collabora all’«Unità». Ha una rubrica sul settimanale «Left» e sul mensile «L’immaginazione». Insegna alla Scuola Holden e in vari corsi di scrittura. Di lui Castelvecchi ha pubblicato  L’impossibile “cura” della vita. Cechov, Céline e Carlo Levi, medici-scrittori coscienziosi e senza illusioni e, con Luca Cirese, Non possiamo non dirci non violenti (2021).

 

Fonte: Askanews (con aggiunte e rielaborazioni)