Il lavoro e le donne, dialoghi su una rivoluzione silenziosa.

Le donne italiane in un mercato del lavoro ostile, Azzurra Rinaldi - Come colmare la disparità di genere nel mondo delle imprese?, Paola Mascaro - La battaglia culturale per la parità sul lavoro, Federica Volpi - Lo sport si declina al maschile, Alessia Trost.

Una rivoluzione silenziosa: è questa l’immagine suggestiva a cui ha fatto ricorso l’economista Claudia Goldin nel 2006, in occasione di una lezione tenuta presso la prestigiosa American Economic Association, per descrivere come era cambiata la presenza delle donne nel mondo del lavoro nel corso degli ultimi due secoli negli Stati Uniti. 

Le ricerche della Goldin, che ha ricevuto il premio Nobel per l’economia nel 2023 proprio per i suoi studi, mostrano l’andamento irregolare dell’occupazione femminile nel corso del tempo (in particolare il calo avvenuto all’epoca dell’industrializzazione), ma ne evidenziano anche i progressivi miglioramenti dovuti a vari fattori, tra cui spiccano i cambiamenti nell’organizzazione del lavoro e il volano cruciale rappresentato da un maggior accesso all’istruzione. 

Da qui la lettura suggerita dall’economista statunitense: siamo testimoni di una vera e propria rivoluzione, che sta avvenendo in modo lento e senza troppi clamori in tante parti del mondo ed è ancora ben lontana dall’essersi conclusa.

Affinché la rivoluzione evocata dalla Goldin possa continuare ad avanzare sono senz’altro fondamentali le scelte compiute sul piano delle normative e delle politiche del lavoro per rimuovere le cause, più o meno remote, all’origine degli importanti divari che sperimentano le donne rispetto agli uomini per quanto riguarda l’accesso al mercato del lavoro, la retribuzione percepita o le possibilità di avanzamento di carriera, in particolare di raggiungimento di posizioni apicali. 

Tuttavia c’è di più da rivoluzionare e riguarda la dimensione culturale. In tantissimi ambiti professionali, vi sono preconcetti radicati e prassi consolidate, più o meno riconosciute e tematizzate, che rinchiudono le donne in visioni stereotipate, associate ad alcune professioni e a un certo modo di fare, e richiedono alle donne uno “straordinario” rispetto all’“ordinario” sufficiente per gli uomini, «come se a loro fossero richiesti obblighi ulteriori e dovessero continuamente superare esami e giudizi più rigorosi», per riprendere le parole del presidente Sergio Mattarella in occasione della celebrazione della Giornata internazionale della donna dell’8 marzo 2024.

La consapevolezza dell’importanza di questo tema per il nostro Paese, che occupa ancora posizioni di retrovia nelle statistiche europee al riguardo, ci ha suggerito di dedicare uno spazio per fare il punto sulla situazione, incrociando considerazioni tratte dallo scenario internazionale e riflessioni legate al nostro contesto nazionale, con le sue fragilità, talora ataviche, ma anche con le opportunità che fanno capolino e le iniziative positive che nel tempo sono state intraprese. 

 

[Il testo è la presentazione dei diversi contributi ed è tratto dal fascicolo di aprile di Aggiornamenti Sociali, il  mensile dei Gesuiti di Milano] 

 

Per saperne di più

https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/donne-e-lavoro-una-rivoluzione-silenziosa/