Il populismo contraddice malamente una potenziale alternativa di governo

Come sia possibile immaginare di costruire una solida e credibile prospettiva politica con una forza populista del tutto priva di qualsiasi cultura di governo, resta un mistero. Bisogna arginare questa deriva.

L’alleanza con le forze populiste – e quindi demagogiche, anti politiche, qualunquiste e pauperiste – non è compatibile con i partiti e i movimenti politici che fanno della cifra riformista, democratica e di governo la loro ragion d’essere. Fuor di metafora, com’è possibile costruire nel nostro paese un’alleanza politica e di governo con il partito populista per eccellenza, cioè i 5 Stelle? Perché, al di là della propaganda e della logica del pallottoliere, c’è una sola ragione che può spiegare una prospettiva comune con il partito di Grillo e di Conte. Ovvero, la condivisione dei medesimi valori culturali ed ideali da un lato e la convergenza politica e programmatica dall’altro. E, del resto, il capo dei 5 Stelle Conte da un lato e la segretaria del Pd Schlein dall’altro sono accomunati da un universo valoriale sufficientemente omogeneo e, soprattutto, perseguono il medesimo disegno politico. E la conferma arriva puntuale da come affrontano i principali temi in cima all’agenda politica del paese.

Certo, esiste una differenza, più di metodo che di merito, però. Il partito populista per eccellenza, cioè i 5 Stelle, non avendo una cultura politica di fondo alle spalle perché vive, appunto, all’insegna della demolizione di tutto ciò che è anche solo vagamente riconducibile al passato, individua nel trasformismo politico e nell’opportunismo parlamentare i due caposaldi costitutivi attorno ai quali si muove con facilità e disinvoltura. Non esiste tema, infatti, dove i 5 Stelle possano assumere una posizione netta, e lungimirante. Soprattutto in politica estera ma anche sui temi più difficili e controversi come, ad esempio, la gestione concreta dell’immigrazione e dei relativi flussi. Per citare una bella ed efficace espressione di Sandro Fontana di molti anni fa, “sono capaci, capacissimi, capaci di tutto”.
Ora, è persin inutile fare polemiche gratuite con le forze populiste e anti politiche. Perché, del resto, politicamente vivono e sopravvivono solo se dispiegano sino in fondo la loro “ideologia” populista che, come tutti sanno, è semplicemente alternativa rispetto a qualsiasi canone riconducibile ai criteri tradizionali della politica italiana. Come sia possibile immaginare di costruire una solida e credibile prospettiva politica con una forza populista del tutto priva di qualsiasi cultura di governo e disciplinata da una prassi smaccatamente trasformistica, nonchè priva di un seppur minimo riferimento culturale, resta un mistero. Fuorchè la logica di fondo sia solo quella di ispirarsi alla sub cultura del pallottoliere. E cioè, costruire una “santa alleanza” contro il nemico giurato e da radere politicamente al suolo perché individuato, secondo la vulgata principale, come un costante pericolo per la nostra democrazia, per conservare lo stato di diritto, per conservare la libertà, contro ogni svolta autoritaria e amenità varie. Una tesi, questa, cara alla segretaria del Pd Schlein oltre, come ovvio, ad una sostanziale convergenza culturale con il partito di Grillo e di Conte.
Dopodichè, la natura populista caratterizza anche altre formazioni politiche sul versante opposto. Basti pensare alla Lega salviniana e al suo comportamento concreto per arrivare alla facile conclusione che questa deriva profondamente anti democratica e anti costituzionale continua ad essere, purtroppo, trasversale e presente in entrambi gli schieramenti maggioritari.

Ecco perché, di conseguenza, è compito di tutte le forze democratiche e, soprattutto, delle culture politiche storicamente alternative ad ogni deriva populista e qualunquista – a cominciare dalle forze centriste e dalla cultura cattolico popolare e sociale – arginare questo fenomeno e, al contempo, cerare le condizioni per un ritorno ad un confronto politico normale e fisiologico. E cioè, senza farsi condizionare e, tantomeno, senza stringere alleanze con forze populiste, qualunquiste e squisitamente anti politiche.