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martedì, Febbraio 11, 2025
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Il Primo Vagito dell’Infinito

È nato! Di una bellezza che sconvolge la previsione dei due sposi! È sempre così per ogni genitore. Maria e Giuseppe non trovano parole per esprimersi, forse perché non ce ne sono di adatte.

Quella sera tirava un’aria fresca che sembrava trattenersi a fatica dalla sua smania di spiegare l’intera sua forza per mutarsi in freddo pungente. Era a chiedersi cosa fosse meglio perché la scena fosse perfetta per poi essere tramandata nei millenni a venire. 

Aleggiava poi la trepidazione tipica di quando un pargolo sta per venire al mondo ed i genitori sono lì a sostenersi, conferendosi reciprocamente una capacità che ancora non sanno di avere, un inedito che sorprenderà l’altro per confermare l’amore che già sopprime ogni resto.

Maria era colma di una bellezza che può avere solo una madre. Per mesi ha cresciuto nella sua carne il suo gioiello ed è forse combattuta se trattenerlo ancora per qualche minuto, come un segreto gelosamente da custodire, o se renderlo finalmente al mondo, mostrandone il volto. 

Il timore è quello che possa scalfirsi una complicità allattata intensamente, senza interruzioni, durante i giorni in cui solo loro potevano regalarsi l’intimità di una mamma con un figlio in grembo. La gioia sarà di svelare un tesoro che tra un po’ brillerà in piena luce. 

Non sarà lei a rallentare il corso dei fatti; li fece scorrere, malgrado una predizione che ha cacciato nell’angolo più buio e confuso del proprio cuore. Avvertirà forse l’errore di un sì detto all’angelo e di cui sentirà la colpa quando sarà sotto la croce, il sospetto di un rimprovero che il Figlio non gli muoverà mai per non ferirla e che tanto meno Lui avvertirà nel cuore. 

Per lei sopporterà il supplizio lamentandosi il meno possibile, per lei ha parlato prima della morte per dirle che nulla poteva spezzare la loro intesa, dando disposizioni come se il dolore non lo riguardasse, camuffandone gli affondi. 

Adesso è il tempo della felicità. Le doglie avvertono che si deve girare pagina e ci si deve predisporre alla novità della storia. Il primo vagito sgombra il campo da ogni timore passato e futuro. 

Giuseppe è lì a vegliare per dire a Maria che è pronto per ogni evenienza non solo quel giorno ma finché lui avrà respiro. La guarda fissa negli occhi prima di mettersi da parte e lasciar fare a chi sa di nascite e parti, in tempo però per dirle che ogni goccia di sangue della sua sposa porta ormai il suo marchio e che non le darà tregua fino alla fine dei giorni umani e nel dopo divino. Dio ha imparato da Giuseppe cosa sia l’inestinguibilità dell’amore e l’ha assunta come modello.

È nato! Di una bellezza che sconvolge la previsione dei due sposi! È sempre così per ogni genitore. Maria e Giuseppe non trovano parole per esprimersi, forse perché non ce ne sono di adatte o perché già devono dedicarsi a Gesù che gli sottrae da subito il fiato per dirsi dell’emozione che provano e che contengono per come possibile.

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