È un elementare quanto imprenscindibile valore di fondo della democrazia. Che peraltro riflette le stesse radici etimologiche della parola.
Ed è un principio di solo buon senso.
Non occorre aver studiato filosofia politica per capirlo.
Democrazia diretta o meno, sin dalla Grecia antica era infatti augurabile che quando Pericle teneva i suoi discorsi retorici e proponeva le sue scelte al voto dell’ Assemblea dei cittadini ateniesi riuniti nell’ Agorà, si vedesse la Piazza sempre più piena di gente e mai sempre più vuota. Più cittadini erano presenti , tanto più il voto sulle sue proposte pesava, ed era efficace alla vita della Polis.
Era un principio semplice che ancora oggi convince , quello di aver legittimato dal maggior numero (possibile) di ateniesi le sue decisioni, e non solo dalla cerchia dei suoi pochi amici aristocratici .
Morale : possiamo pensarla come ci pare, ma la democrazia diventa credibile e robusta, solo quando il numero di deputati-rappresentanti aumenta, e non quando diminuisce! Punto.
Tutto il resto riguarda le più ragionevoli soluzioni e i migliori metodi per tradurre questo ovvio e sacrosanto principio quando i cittadini diventano milioni, scompare la piazza e si afferma la rappresentanza e la delega.
Ma se è vero che dobbiamo fare i conti con la complessità delle democrazie moderne, il pricipio della presenza nei Parlamenti del maggior numero possibile di rappresentanti non viene meno.
Non ammetterlo è mera demagogia e significa avere un’idea elitaria della democrazia. Quella che porta al… meno siamo meglio stiamo.
Per non pensare a reconditi e pericolosi desideri di presidenzialismi decisionisti ultrarapidi ,dotati di pieni poteri.
Succede ora in Italia, che vogliamo somigliare alle altre democrazie europee. Guardando pero solo ai numeri : ” …ma come, non vedete che negli altri paesi i deputati sono meno dei nostri?”. Dobbiamo rassegnarci : l’interesse per le sole quantità è ormai caratteristica delle società moderne. Per le qualità c’e’ sempre tempo. Anzi meno se ne parla meglio è.
E vogliamo che lo Stato spenda meno soldi per pagare i parlamentari . Quest’ultima è la sciocchezza più stupida e un luogo diventato ormai più che comune – direbbe Flaubert – messa in circolazione dai populisti per convincere la pancia dei nostri concittadini sulla necessità ( e urgenza) del referendum. E credo che abbia fatto breccia una volta affiancata all’anticastismo e agli attacchi alla classe politica nullafacente.
Ma a prescindere dai numeri, bisogna purtroppo rilevare che solo pochi studiosi si sono fino ad oggi decisi di avvertirci sulle possibili e impreviste ricadute.
Se ne parla poco.
Si è parlato molto di più in occasione del più ragionevole Referendum sul nostro bicameralismo datato.
E non capisco perché.
Solo per l’emergenza Covid ?
Può essere . In ogni caso rimane certo che si andrà al voto senza aver maturato bene i pro e i contro . Dal momento che anche le gloriose Tribune Politiche RAI con i dibattiti fra favorevoli e contrari, sono svanite nel nulla nel silenzio generale. E l’Azienda ha cambiato radicalmente il suo ruolo di Servizio pubblico preferendo la cucina e visitando le sue Teche.
Insomma quando anche i migliori quotidiani collocano solo piccoli e brevi commenti di esperti in fondo alle pagine interne, ci rimangono solo i social. Ma non abbiamo nessuna possibilità di informarci sulle questioni che pone e nasconde questo referendum. Che è , tra le altre cose, un referendum costituzionale.
Ma non fa niente. Contano solo i numeri! Che si capiscono bene e si capiscono subito. Anche se colmi di pregiudizi campati in aria.
Nessuno sta però spiegando alla Casalinga di Voghera che se i nostri deputati passeranno da 945 a 600, avremo 1 deputato ogni 150 mila abitanti circa, e un senatore ogni 300 mila. Ma non importa. Lo stato spenderà meno soldi . E se per questo si possono ancora diminuire : che so… passare da 600 a 500, a 400 ! Ci sarà meno corruzione !
Insomma si sarà capito che meno deputati ci saranno, meno graveranno sulle casse dello Stato, tanto meglio si governa, e più in salute starà il nostro Paese.
Tacendo sul fatto che in queste condizioni si dà un colpo serio alla democrazia di prossimità e partecipata – non parliamo di quella deliberativa – e si legittima la democrazia di lontananza e disinteressata. Una democrazia verticale e di pochi.
Con rappresentanti ignoti e distanti dai nostri territori e dando così un taglio netto allo stare insieme che si va a sommare agli isolamenti da Covid !
Rappresentanti che voteremo senza neanche conoscerli, dunque.
Caso mai vedendoli solo in Rete.
Facendoci aiutare- se proprio lo vogliamo – dalla piattaforma Rousseau.
Auguri.
Non so a quante persone interessi , ma io voterò NO !