Non serve la retorica per parlare di don Giovanni Minzoni. Lucio D’Ubaldo ha chiesto anche a me di scrivere qualcosa sulla nostra testata perché i cento anni dalla morte, oggi 23 agosto 2023, sono un anniversario storico, per il rilievo in sé e per il momento della vita del Paese in cui cade. Ma sento un disagio dentro a scrivere di una vicenda che oggi non trova l’ascolto che dovrebbe avere, da molti considerata solo uno scomodo avvenimento d’altri tempi.
Forse sono condizionato da quanto mi è capitato, volendo fare in occasione del centenario una rievocazione di do. Minzoni che, appunto, non fosse retorica. Per questo assassinio fascista vennero celebrati due processi, uno farsa nel 1925, e uno vero nel 1947. Varie volte se ne è parlato nei decenni scorsi, in convegni di studio e in ricerche dedicate alla morte del parroco di Argenta. Ma poi di questi processi, degli atti veri e propri dei procedimenti intendo, i fascicoli, le carte, nel tempo si sono perse le tracce.
Quando, già lo scorso anno, si pensò con Aldo Preda – il generoso e instancabile animatore della memoria antifascista romagnola, e non solo – di lavorare sull’anniversario di don Minzoni, venne subito l’idea di ricercare le carte processuali. Che fine avevano fatto? Federico Chabod insegna che lo studio di un qualsiasi avvenimento storico è in qualche modo un continuo oggetto di “revisionismo”, per i ritrovamenti ulteriori di documentazioni che si possono fare sulla verità di quel fatto, e per le domande diverse dal passato che nuove generazioni di studiosi possono così porsi su quel fatto. Quale servizio migliore, dunque, per onorare il centenario, di ricomporre le carte processuali e rendere possibili nuovi studi e interpretazioni di quegli avvenimenti sulla base non di quanto già proposto da altri, ma potendo esaminare nella loro ritrovata integrità i documenti necessari.
Ci siamo messi al lavoro, e tra febbraio e marzo di quest’anno le carte, che si credeva ormai perdute, sono venute fuori: erano presso la Corte d’Appello di Bologna. Non sto a dire quanti tentativi e ricerche sono stati compiuti per arrivare al risultato. Questo avrebbe fatto parte del racconto televisivo che si immaginava di realizzare per la serie “Italiani” di Rai Storia. Quale contenitore migliore poteva esserci, secondo la tradizione di quella testata, anche per l’interesse che era stato mostrato al riguardo. Ma inspiegabilmente, o forse no, non è avvenuto nulla: rinvii, e poi niente più. Alcuni bravi ricercatori ora ci stanno lavorando e presto avremo la pubblicazione di nuovi studi.
A chi scrive il rimpianto di non essere riuscito. Però di avere provato. Resta una mail ricevuta il 10 marzo 2023 dal Ministero della Cultura, Archivio di Stato di Bologna: “Si accoglie con favore la notizia della realizzazione di un documentario per la Rai, che abbia per oggetto le vicende di don Minzoni nell’anniversario della sua uccisione. Le riprese potranno avvenire negli spazi di questo Istituto senza la corresponsione di alcun canone…”. L’autorizzazione resterà valida, sono sicuro, quando la Rai, in un futuro che si spera non lontano, riterrà opportuno offrire ai più giovani (e non solo a loro) la possibilità di conoscere la figura di don Minzoni e il suo apostolato civile e religioso – è in corso il suo processo di beatificazione – all’interno della storia del Novecento italiano.