Il rinnovamento della Chiesa con la “Praedicate evangelium” di Papa Francesco

Questa Costituzione Apostolica è un testo guida organico, forte di dinamismo sinodale e frutto di un lungo lavoro comune, teso a rendere efficiente il compito di una rinnovata azione della Curia romana.

[…] Si tratta di una grande novità perché dirime la questione della capacità dei laici di ricevere uffici che comportano esercizio di podestà di governo nella Chiesa purchè non richiedano la ricezione dell’ordine sacro, talché affermano indirettamente che la potestà di governo nella Chiesa non viene dal sacramento dell’ordine ma dalla missione canonica. Cosi l’art.14,1 prescrive che ogni istituzione curiale è retta dal prefetto o equiparato che la dirige e rappresenta, mentre la “Pastor Bonus” prevedeva che i dicasteri fossero retti da un cardinale prefetto o da un arcivescovo presidente.

Costituisce un innovazione la categoria dei dicasteri ove confluiscono le ex Congregazioni ed ex Pontifici consigli dando luogo ad un uniformazione ed a un realtà nominale di dicastero che determina una solida struttura organizzativa. Come nuova istituzione è il dicastero per la carità (art. 79/81), in precedenza elemosineria apostolica, che è un espressione speciale della misericordia e, in quanto tale, in linea con gli obiettivi principali della nuova riforma assume un ruolo significativo all’interno della Curia romana.

In conclusione, una lettura esaustiva della “Praedicate evangelium” sottolinea come siano stati riuniti in un unico “corpus iuris” i provvedimenti in maggioranza motu proprio che hanno aggiornato la Curia romana durante tutto il periodo di costruzione e definizione della riforma. Le innovazioni razionalizzanti operate con la riduzione dei dicasteri hanno l’obiettivo di evitare soprapposizioni di competenze e rendere il lavoro più efficace e tempestivo, con le 29 istituzioni descritte.

Non va dimenticato il metodo sinodale utilizzato, che ha contribuito a riordinare in modo generale i diversi provvedimenti legislativi succedutisi in diversi anni; e ciò per attuare un salutare decentramento indicato anche fra i principi per la riforma della Curia romana elencati all’inizio del documento pontificio, ponendo la Curia a servizio del Papa e delle chiese locali, perciò rendendola veramente efficiente, ma anche effettivamente competente. Una Chiesa, dunque, orientata alla sua principale missione che è quella di evangelizzare il mondo nel crinale di storia che ci è dato affrontare.

Ed è questo il motivo essenziale per cui la “Praedicate evangelium” non si deve classificare in termini di mera riorganizzazione tecnico giuridica della Curia stessa, bensì come realtà viva e complessa di efficienti accorpamenti di competenze, compiti, missioni. Il cammino intrapreso da Papa Francesco, anche se in modo graduale, va in direzione di un testo guida organico, forte di dinamismo sinodale e frutto di un corposo e lungo lavoro comune, teso a rendere efficiente ed aggiornato il compito di una rinnovata azione della Curia romana. In definitiva la Curia Romana resta una comunità di lavoro al servizio del Romano Pontefice quale garante della comunione ecclesiale, spirito e viatico della missionarietà evangelica della Chiesa che si stringe attorno al suo Papa in spirito di comunione sinodale.

N.B. Qui è pubblicata l’ultima parte del testo di Giulio Alfano, docente dell’Università Lateranense. Per leggere la versione integrale digitare il seguente Link