Papa Leone XIV. È bastato ascoltare il nome papale di Leone per far ritornare in mente, e con un legame immediato ed istintivo, la dottrina sociale della Chiesa, la questione sociale e la pesante ingiustizia sociale del mondo contemporaneo. E questo per la semplice ragione la Rerum Novarum, l’enciclica scritta da Leone XIII nel 1891, ha segnato concretamente l’ingresso di tutto ciò che è riconducibile alla categoria del “sociale” nel dibattito della e nella Chiesa cattolica.
Certo, i tempi sono profondamente cambiati e non è possibile tracciare confronti impropri e anche fuori luogo. Ma è indubbio che i temi sociali, ieri come oggi, risuonano nella predicazione della chiesa e richiamano l’attenzione di tutti attorno ad una questione che, purtroppo, è ancora pesantemente irrisolta nella società contemporanea creando forti disuguaglianze, fratture generazionali, emarginazione crescente e tangibile e anche, e soprattutto, povertà sempre più diffusa e strisciante. Ed è proprio alla luce di questa situazione, concreta e non banalmente aggirabile, che il nome di Leone XIV assume una importanza straordinaria e che sarà carica di novità e di significati. Religiosi, culturali, sociali e antropologici che non potranno non avere una ricaduta anche nel dibattito politico.
Su questo versante è altrettanto vero che lo storico filone di pensiero del cattolicesimo sociale è destinato, bene o male, a ritornare ad essere al centro del dibattito. E non solo nel mondo cattolico italiano. Ma anche, forse, nella concreta dialettica politica italiana ed auspicabilmente europea. Del resto, e per fermarsi alla sola vicenda italiana, il cattolicesimo sociale a cominciare dalla fine dell’800 e per tutto il ‘900 ha giocato un ruolo non indifferente nelle dinamiche dell’impegno concreto dei cattolici nella vita politica nazionale. Già sin dai primi del ‘900 e sino all’irruzione del fascismo per poi riprendere la sua normale navigazione dal secondo dopoguerra in poi, il pensiero cattolico sociale ha, comunque sia, contribuito a condizionare l’evoluzione stessa della politica italiana. Prima all’interno del Partito Popolare italiano di don Sturzo e poi, e a maggior ragione e in modo più significativo, con l’avvento della Democrazia Cristiana e sia in alcuni partiti che sono succeduti alla stessa Dc. Seppur con minor vigore ed incisività.
Ma, comunque sia, anche il ritorno simbolico ed emotivo del nome papale di Leone ha immediatamente innescato nell’area cattolica italiana, ma non solo italiana, quasi un risveglio di una tradizione e di una corrente di pensiero che proprio oggi ritorna di grande attualità di fronte alle dinamiche che caratterizzano la nostra società.
Si tratta di capire, d’ora in poi – e in attesa dell’azione e dei messaggi del nuovo Pontefice – se nel laicato cattolico organizzato del nostro paese i valori e il progetto di un nuovo e rinnovato cattolicesimo sociale torneranno ad essere decisivi e determinanti nella costruzione di un progetto politico e di governo. Laicamente, ma con la consapevolezza che una cultura politica, quella cultura politica, può ancora una volta essere un valore aggiunto per affrontare nodi e problemi che sono drammaticamente sul tappeto della nostra società.
Al di là del trionfalismo sui risultati raggiunti da parte dell’attuale Governo e della denuncia strumentale e del tutto propagandistica alimentata dalla sinistra radicale e populista. Ancora una volta, dunque, proprio dal pensiero e dalla tradizione del cattolicesimo sociale sociale può arrivare una risposta, ed un contributo, ad un dramma che attraversa pericolosamente il nostro vivere quotidiano.