Impressioni di settembre. Suoni e parole tra sociologia del rock ed umanesimo sociale.

La visione rock – umanistica – dei PFM è un condensato di pensiero parola e azione, che si dissolve nella grandezza dell’umanità, ovvero dell’umano e della sua attualissima “ecologia integrale” che si riflette in essa.   

Quante gocce di rugiada intorno a me, cerco il sole, ma non c’è. Dorme ancora la campagna, forse no. Esveglia, mi guarda, non so. Con questo inizio, comincia la storia, il racconto del rock progressivo italiano. Era il 1971 e la Premiata Forneria Marconi (PFM) traccia il capitolo di un epoca di cambiamentoo meglio come dice oggi Papa Francesco è “il cambiamento di unepoca.

Giulio Rapetti Mogol, Mauro Pagani e Franco Mussida consegnano alle nuove generazioni unopera artistica senza tempo, senza limiti né confini ma solo luce e speranza. Testo e molteplici note che con lintroduzione del ritornello suonatoe del moog sembrano rievocare lattualità canora di quegli anni ribellie riflessivida figli dei fiori dei Jethro Tull, dei King Crimson e degli Yes. La voce onirica di Franz Di Cioccio ci accompagna nella modernità dellincertezza di ieri ma che rende attuale il costume e la società che stiamo vivendo. Cerco il sole, ma non c’è”. Cercare la luce, la speranza, il riscatto. È alba, è mattino, è “il nuovo inizio che ricomincia.

La campagna è la finestra sul Mondo, ci guarda, è sveglia, è vigile e attenta alla nostra instabilità e non conoscenza. Già lodore della terra, odor di grano. Sale adagio verso me. E la vita nel mio petto batte piano. Respiro la nebbia, penso a te. La terra, la natura, il circostanteha un suo profumo, una sua vitalità. Si respira la nebbia, le sofferenze dellessere e di un momento storico degli anni 70 che rende attuale oggi 2023  ogni fatto: guerre, povertà, crisi climatica, violenza sulle donne, questioni sociali, disoccupazione e il disorientamento della persona. Quanto verde tutto intorno e ancor più in là. Sembra quasi un mare lerba. E leggero il mio pensiero vola e va, ho quasi paura che si perda. La profonda argomentazione del verde, dellambiente che è unico con il mare, da prenderne le somiglianze, è la visione rock umanistica dei PFM il cui pensiero, parola, azione, si dissolve nella grandezza dellumanità, ovvero dellumano e della sua attualissima ecologia integraleche si riflette in essa.   

Lurlo graffiante del vocalist coniugato dallintercedere del colpo di batteria si infiamma nel suo disorientamento esistenziale No, cosa sono? Adesso non lo so. Sono un uomo, un uomo in cerca di stesso. No, cosa sono? Adesso non lo so. Sono solo, solo il suono del mio passo. È un poetico appello nel quale luomo o meglio la persona si agita, si scompone, si confonde tra allegoria, scienza e realtà sociale, politica ed ambientale verso un nuovo cammino, sentiero, strada e non sotterranei dellanima(ctz Aldo Carotenuto).  La consapevolezza di essere uomo – umanoma anche solo – solitudinetra la condizione dellimpotenza della persona e lisolamento sociale rende il pensiero libero e spicca il volo in una passione creativa e generativa. Ma lessere  in  comunione con il verde, con la natura, con la nebbia, con lerba, con gli animali e con il Mondo non rende soli, si econnessi gli uni con gli altri, si è in connessigrafia umanain una comunità inclusiva.

Ecco il sole, il sogno, il riscatto, la partecipazione attiva, lumanesimo dellimpegno che ci ha insegnato Jacques Maritain.  Ma intanto il sole tra la nebbia filtra già. Il giorno come sempre sarà. È un nuovo inizio, senza mai più immobilismo ma solo entusiasmo per un Mondo che non ha scarti sociali ma unicità in ogni persona tra le persone unite per un nuovo modello solidale di sviluppo e di futuro.