Le elezioni liguri hanno indubbiamente segnato un punto di svolta nel rapporto tra le forze di opposizione. I numeri hanno fortemente ridimensionato il Movimento cinque stelle che non raggiunge neanche il 5% dei voti, mettendo di fatto in discussione la pretesa di Giuseppe Conte di poter indicare chi può stare o meno nella coalizione. In altre parole, tanti veti e pochi voti. In un sistema elettorale maggioritario che premia la coalizione che riesce ad aggregare un voto in più rispetto agli altri competitor si assiste ancora ad una insensata politica di veti incrociati che non consente di ampliare il perimetro della coalizione.
Quando in una regione come la Liguria, dopo la vicenda Toti, il centrosinistra perde per poco più di un punto percentuale regalando la vittoria ad una classe dirigente che ha gestito la cosa pubblica in modo affaristico e spregiudicato, c’è da chiedersi – o meglio, si dovrebbe chiedere a Conte – se e quanto vale la pena abbandonare ancora per cinque anni l’amministrazione regionale nelle mani di quella destra che si è già distinta per inefficienza ed episodi corruttivi.
In effetti già da diverso tempo Il Movimento 5 stelle a guida Conte non è più la forza politica del cambiamento o della svolta, né il soggetto che promuove e stimola battaglie in difesa dei cittadini. Non è più il Movimento di Grillo che con il “vaffa-day” attaccava in modo irriverente la classe dirigente del momento. Il M5S deve ritrovare il prima possibile una linea politica che non sia quella dell’isolamento rispetto alle altre forze di opposizione, chiarendo a se stesso ed agli altri quali siano gli obiettivi e le modalità per raggiungerli.
In assenza di questo chiarimento Conte si ritroverà ad essere suo malgrado (almeno si spera!) il migliore alleato di questo sconclusionato governo di destra che sta creando sempre più problemi di vita quotidiana agli italiani e in particolare alle fasce più deboli della popolazione. Abbandonino quindi la logica delle beghe e delle risse interne per costruire un’alternativa ed una proposta credibile da presentare al Paese, non da soli ma con le forze necessarie per vincere le competizioni. Nella propria autonomia, ma insieme alle altre forze del centrosinistra. In politica il voto è una scelta e le alleanze sono una necessità; ed è così per tutti, non solo per qualcuno.