Intesa e collaborazione nelle parole di Mattarella tra Bulgaria e Italia

“Abbiamo parlato molto dell’allargamento” dell’Unione Europea. Di seguito un ampio stralcio delle dichiarazioni del Presidente della Repubblica, rese ieri alla stampa, in occasione della Visita Ufficiale nella Repubblica di Bulgaria.

[…] la Bulgaria per l’Italia è un partner imprescindibile. Sul piano bilaterale e come membro dell’Unione europea. Poi, anche come membro dell’Alleanza atlantica, siamo legati da questa comune appartenenza, comune sforzo di sicurezza e di pace –  insieme – che l’Alleanza atlantica interpreta.

E quindi intendiamo collaborare in pieno. Siamo lietissimi di collaborare, come stiamo facendo,  nella base di Novo Selo, che sono contento di visitare domani con il Presidente Radev, per occuparci –  insieme – della sicurezza, che è comune a tutti i Paesi dell’Europa, nell’Alleanza atlantica, dove le esigenze di ciascun Paese sono fatte proprie da tutti gli altri.

Così noi avvertiamo, come la Bulgaria, il vincolo di alleanza, e intendiamo svolgerlo ed esercitarlo.

È una condizione che sottolinea come, sul piano della sicurezza, le nostre collaborazioni siano intense, pienamente sviluppate e crescenti. Ma lo sono anche in altri settori.

Cortesemente il Presidente Radev ha ricordato come sia cresciuta la nostra collaborazione economica; il nostro interscambio va verso i sette miliardi, nell’anno passato. E speriamo che cresca velocemente, ulteriormente, perché tendiamo a sviluppare la collaborazione economica tra Bulgaria e Italia. Anche attraverso la presenza in Bulgaria di numerose imprese italiane, che sono il perno anche di questa collaborazione intensa tra i nostri Paesi sul piano economico e commerciale.

Abbiamo parlato, come il Presidente poc’anzi ricordava, del futuro dell’Unione europea, delle scelte che dovrà compiere per diventare sempre più coesa, con un’Unione sempre più solida e più capace di svolgere nel mondo un ruolo protagonista. E quindi con l’esigenza di compiere scelte importanti che le consentono di svolgere questo ruolo.

Nel Consiglio europeo che nelle prossime ore si svilupperà, e a cui parteciperà il Presidente Radev, si parla già di alcuni argomenti importanti come la competitività nell’Unione, elemento che consente – sviluppandolo adeguatamente – di offrire possibilità e opportunità maggiori per il futuro  dei nostri giovani.

Abbiamo condiviso la soddisfazione per la nuova intesa intervenuta nell’Unione, approvata definitivamente dal Parlamento europeo poche settimane addietro, per quanto riguarda l’asilo e la migrazione. È un accordo, un’intesa che supera quella ormai datata – e del tutto inattuale – di Dublino di tanto tempo addietro, e apre la porta ad una collaborazione più intensa dell’Unione per governare un fenomeno crescente che richiede di essere affrontato dall’Unione in quanto tale.

Bulgaria e Italia sono interessate dal fenomeno. La Bulgaria, con la rotta balcanica, l’Italia per quella mediterranea. E siamo convinti entrambi che questo fenomeno possa essere governato con ordine, non in maniera scomposta e disordinata come avviene oggi, se viene fatto proprio e assunto come proprio il compito dall’Unione europea.

Abbiamo parlato molto dell’allargamento. Siamo, come in ogni aspetto importante, pienamente d’accordo – Bulgaria e Italia – sull’esigenza di allargamento dell’Unione europea. Naturalmente per Ucraina, Moldova, Georgia, ma soprattutto per i Balcani occidentali.

Tengo a sottolinearlo soprattutto perché i Balcani occidentali, da quasi 20 anni, sono in itinere, sono in strada per l’ingresso nell’Unione, ed è il momento di accelerare velocemente questo percorso di ingresso per completare l’Unione. Ed è importante che questo avvenga in tempi veloci. Siamo, in questo, pienamente consenzienti e d’accordo. 

Del resto, la Bulgaria, per i Paesi che sono in attesa di entrare nell’Unione europea, rappresenta un esempio importante di come ci si adopera e ci si muove per un ingresso efficace nell’Unione europea.

Vi è una quantità di argomenti che abbiamo toccato con il Presidente. Tra questi abbiamo parlato, naturalmente, anche delle crisi che tristemente contrassegnano, in questo momento, l’Europa al suo interno, con la gravissima aggressione della Russia all’Ucraina ai confini dell’Europa e nell’area mediterranea, con quel che avviene in Medio Oriente.

Riteniamo che si debba continuare a dare il massimo sostegno all’Ucraina per riaffermare il principio della pari dignità di ogni Stato. E che non è ammissibile che uno Stato più grande e più forte possa pretendere di imporre con le armi la sua volontà a uno Stato meno forte e meno grande.

Questo sovverte i principi della civiltà, che nel mondo sono cresciuti nel corso dei secoli, e che sono stati alla base della nascita delle Nazioni Unite nel ’45. 

Quindi, riaffermando tutto ciò e difendendo l’Ucraina, aiutandola, riaffermiamo questo principio.

Naturalmente abbiamo detto, insieme – con il Presidente Radev, cercando in ogni modo con grande impegno e ostinazione – qualunque strada possibile per giungere alla fine del conflitto e a una pace giusta.

Abbiamo parlato del Medio Oriente, dell’orribile pagina disumana del 7 ottobre contro Israele da parte di Hamas, e della condizione drammatica, dal punto di vista umanitario, che si registra a Gaza con la reazione di Israele e con le tante vittime della popolazione civile di Gaza.

Il rischio che si allarghi il conflitto è drammaticamente presente per il mondo. Anche lì va fatto ogni sforzo – come si sta facendo – perché si trovi una strada per giungere alla soluzione unica possibile di due Stati per due popoli.

Questo è stato l’argomento anche della Riunione straordinaria del G7 di tre giorni addietro, che ha esortato al ‘cessate il fuoco’ e a trovare una strada per definire finalmente una condizione stabile di pace. […]

 

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https://www.quirinale.it/elementi/110819