La Commissione europea: nessuna missione in Italia per un’inchiesta sullo stato di diritto

Bruxelles, 12 feb. (askanews) – La Commissione europea ha smentito, a Bruxelles, la notizia secondo cui una delegazione di funzionari Ue sarebbe stata inviata a Roma per svolgere colloqui riservati con i funzionari italiani riguardo alla situazione dello stato di diritto in Italia. Notizia riferita dal quotidiano Repubblica. E’ vero invece, ha precisato un portavoce dell’esecutivo comunitario, che oggi cominciano degli incontri virtuali online con tutti gli Stati membri al fine di aggiornare il “Rapporto annuale sullo stato di diritto” in ognuno dei 27 paesi.

La Commissione, ha detto il portavoce Christian Wigand rispondendo ai giornalisti durante il briefing quotidiano, in genere “non commenta le fughe di notizie sui media, ma penso che sia importante chiarire una o due cose, anche in relazione ad alcune notizie apparse sulla stampa. Di certo – ha affermato – non c’è alcuna indagine o ispezione in corso in Italia. Quello che posso dire è che ovviamente, in questo periodo dell’anno, stiamo preparando il Rapporto annuale sullo stato di diritto, che facciamo per tutti i nostri 27 Stati membri. In questo contesto, abbiamo molti incontri con rappresentanti di governi nazionali, con portatori di interesse e Ong, eccetera”.

“E abbiamo – ha continuato il portavoce – 27 ‘visite virtuali per Paese’, è così che le chiamiamo, in cui i servizi della Commissione incontrano i rappresentanti delle autorità nazionali e discutono sulla base di un questionario preparato in anticipo, e poi ci sono alcune domande di follow-up inviate agli Stati membri. Per quanto riguarda l’Italia, come per tutti gli altri Stati membri – ha puntualizzato Wigand -, questo è esattamente il punto in cui siamo ora. In effetti sono iniziati stamattina gli specifici incontri virtuali per Paese, a livello tecnico, durante i quali abbiamo normali scambi con le controparti, nella preparazione delle relazioni sullo stato di diritto. Niente di più, niente di meno”.

“In effetti è un incontro online, come avviene con tutti gli Stati membri, non c’è alcuna delegazione in Italia”, ha confermato poi il portavoce rispondendo alla specifica domanda di un altro giornalista.

Alla domanda se il questionario inviato oggi all’Italia sia uguale a quello dell’anno scorso, e se vi siano domande specifiche all’Italia diverse da quelle per gli altri Stati membri, Wigand ha replicato: “Non posso entrare nei dettagli delle discussioni, troverete la nostra posizione nel Rapporto sullo stato di diritto”, quando verrà pubblicato.

“Ma posso dare un spiegazione generale – ha aggiunto il portavoce – su come funziona il sistema: c’è un questionario generale e poi ci sono più tardi alcune domande più dettagliate, che vengono condivise e discusse, e che coprono sempre i quattro pilastri del Rapporto sullo stato di diritto: i sistemi giudiziari nazionali, i quadri anticorruzione, il pluralismo dei media e poi gli altri pesi e contrappesi istituzionali. Questo – ha concluso Wigand – è il normale processo che si sta svolgendo ora”.