La nostra Cleopatra e la grandeur da regina

A Cesare proprio non va giù di vedere Cleopatra-Meloni ancora in giro a tenere banco nell’assemblea dell’Impero, anzi per lei aveva disegnato un indolore e lento uscire di scena.

Nella Roma avvolta in un inverno che tardava ad andarsene e in questo aprile dal dolce dormire, Cesare stava assorto nei pensieri suoi, centrati su come riportare a casa la regina Meloni-Cleopatra senza danni e senza far rivoltare mezzo Impero che gli avrebbe chiesto conto della scelta e dei sesterzi profusi senza limiti, quando la regina stessa dà segno di esser tale.

Deve presiedere per turno un noioso consesso tra gli alleati dell’Impero, nel quale il suo ruolo di capo è di molto ridotto ed ecco che agile e scaltra ritaglia per sé stessa la parte di capo indiscusso; la prima e l’unica volta che un capo di governo porta un altro capo di governo, che è pure leader religioso. a partecipare ai lavori: Il Papa. Sissignori, il Papa in persona farà omaggio alla regina Meloni-Cleopatra della sua presenza e pure della sua indubbia saggezza. Annuncio pubblico della stessa regina con doveroso orgoglio mostrato e grandeur da impero in pompa magna. Touchét! Gli altri partecipanti di certo saranno rimasti a bocca aperta ma pure a corto di seconde linee per conversare quanto meno decentemente con il livello di tanto ospite illustre. Si dice “alzare la palla” nel volley e in gioventù la regina Meloni-Cleopatra ci ha pure giocato…

Appena il tempo di godere dell’«ohhh» di meraviglia di tutti che la regina prepara il secondo colpo, sbaragliando Cesare e i suoi fumosi pensieri. C’è una competizione in questa parte dell’Impero per rinnovare l’assemblea: bene, ci partecipa. Non ne avrebbe bisogno, fa il capo del governo e il capo dei suoi “egiziani”, ha già sperimentato per lungo tempo le assemblee dell’Impero a Roma, a che serve andare anche a quella più grande dell’Impero?
Ricordate la partita a dama con la Helvetica Schlein, la prossima mossa spettava alla Helvetica che senza tanta sorpresa si candida all’assemblea grande in qualità di capo partito di “quelli della sponda che guardano”, ma con un piccolo particolare: la faccia sua sullo scudo non la può mettere. La nostra regina Meloni-Cleopatra sullo scudo dei suoi “egiziani” ci mette la faccia e pure il nome bello grande, e non poteva che essere altrimenti.
È un capo ed è riconosciuta regina dai suoi, quindi non vi è alcun dubbio che l’effige della regina vada esposto sugli scudi. L’Helvetica ha la fronda interna che sobilla e mormora ad ogni passo, cercando la sega per tagliare la gamba (almeno una) della sedia da capo dove è seduta; lei lo sa e fa finta di ignorare ma sotto…chissà? Per ora ha perso un’altra pedina e la partita a dama si avvia alla conclusione.

A Cesare proprio non va giù di vedere Meloni-Cleopatra ancora in giro a tenere banco nell’assemblea di questa parte dell’Impero, anzi per lei aveva disegnato un indolore e lento uscire di scena, tra qualche mese, con l’autunno. Poi il colpo basso del Papa al consesso dei “grandi” dell’Impero, lo mette in una posizione defilata, da chi è stato relegato dietro la porta ad origliare quello che dicono in sala. La sua immagine ne esce ridimensionata e ogni cosa che adesso dirà agli alleati sarà esaminata, per capire se in linea con quello che avrà “consigliato” l’illustre autorevole ospite e appresso la regina Meloni-Cleopatra.
Non che avrà gli occhi di brace, quando la vedrà dopo il Papa, ahimè! L’orgoglio imperiale è ferito, ma la sua “Cleo” ha mostrato di avere tempra, con la certezza che nel desiderio di grandeur non è seconda a nessuno. Figuriamoci a Cesare!