La speranza e l’impegno per garantire alla città e alla sua gente un futuro migliore, confidando nel superamento definitivo degli anni di declino che hanno provocato la bancarotta del comune: è questo il tema centrale dell’ultimo libro del magistrato siciliano Luciano Abbonato, intitolato “Palermo tra emergenza e progetto”. Testo che per la complessità e la consistenza degli argomenti trattati, vale la pena di sfogliare attentamente.
Già Assessore al Bilancio, ai Tributi, al Patrimonio e alle Partecipate del capoluogo siciliano, Abbonato puntualizza come il rilancio di Palermo debba prescindere dai buoni rapporti centro-periferia su base nazionale, a partire dalla riqualificazione del personale amministrativo e operativo. Quel personale – continua – che per esigenze di risparmio fu ridotto “all’osso” dal commissariamento antecedente alla doppia nuova elezione a sindaco di Leoluca Orlando (2012 e 2017). Riferendosi proprio a Orlando, che ha curato la postfazione del libro, l’autore racconta la sua esperienza amministrativa fondata sull’importanza della figura del primo cittadino come guida non solo politica, ma anche e soprattutto etica e sociale. Non a caso, i riferimenti a personaggi del calibro di Giorgio La Pira e Luigi Sturzo nascono dal presupposto che le giunte comunali debbano avere l’obbligo di mettersi al servizio della comunità in un regime di collaborazione tra istituzioni lasciando alle prime i margini per esercitare la propria autonomia. Molto significativi sono, nella premessa, i riferimenti alla lotta all’illegalità da attuarsi mediante la partecipazione, l’informazione, il senso civico che una buona amministrazione deve saper trasmettere alla sua cittadinanza.
Come accennato, la valorizzazione del territorio mediante il lavoro dell’ente locale necessita della collaborazione dello Stato : per una buona gestione, l’autonomia finanziaria e il riconoscimento delle competenze della giunta come soggetto direttamente a contatto con la sua comunità sono fondamentali. Il funzionamento delle infrastrutture è proporzionale al buon lavoro degli amministratori, specie se scelti bene e messi in condizione di lavorare con strumenti all’altezza. Allo stesso modo, gli investimenti e la cura del benessere sociale debbono per forza di cose essere svincolati da qualsiasi politica neo-centralista che imponga oneri e rigidi controlli (come i troppi tagli dei trasferimenti e la limitazione del potere impositivo).
Il volume è caratterizzato dalla pubblicazione di una serie di tabelle statistiche riferite agli anni che vanno dal 2011 al 2016; queste attestano in modo puntiglioso i trasferimenti del governo centrale al comune di Palermo comprensivi dei bilanci, degli esercizi delle partecipate, delle movimentazioni fiscali legate alla Tares e del comparto tributario legato alle entrate/uscite complessive. Non solo. Sono riportati, nel dettaglio, i numeri dei dipendenti comunali operativi per annualità, compresi i contratti stipulati e i flussi di denaro passivi e attivi che ne sono conseguiti. Per una degna ricostruzione, insomma, rendere fruibili i servizi ai palermitani è fondamentale quanto riprendere le redini della storia della città riappropriandosi dell’autostima che durante gli anni del crack finanziario e delle stragi compiute dalla criminalità organizzata sembrava dissipata. Interessante, da leggere.