La Ragione | Ucraina, la Russia assolda mercenari provenienti dall’Africa.

Le milizie straniere vengono oggi largamente impiegate dai russi nell'offensiva all'oblast di Kharkiv. L'atteggiamento brutale dei comandanti moscoviti sul campo di battaglia induce tuttavia spesso molti di loro a disertare.

[…] Al di là di quei volontari che compongono la Legione internazionale di difesa territoriale dell’Ucraina (che fu istituita il 27 febbraio 2022 proprio su richiesta del presidente Zelenskyj per contrastare l’invasione russa del Paese), l’ipotesi che i partner di Kyiv intervengano boots on the ground non è affatto urgente. Quella d’eventuali istruttori recentemente avanzata da Macron è invece molto saggia ed eviterebbe parecchi problemi logistici dati dal trasferimento del personale ucraino per il periodo di training, oltre a ridurne i costi e abbreviarne i tempi.

Chi sta reclutando apertamente soldati stranieri schierandoli sul campo di battaglia è semmai la Federazione Russa. Per far fronte a perdite considerevoli e sanguinose […] Mosca ha infatti recentemente schierato sul fronte di Vochansk i cosiddetti “Afrika Korps”. Si tratta principalmente di persone reclutate da Mosca in Burundi, Congo, Ruanda e Uganda dietro la promessa di 2.200 dollari pagati in rubli all’iscrizione e altri 2mila corrisposti mensilmente e allo stesso modo per un periodo minimo d’almeno sei mesi, usate come carne da macello assieme alle cosiddette “Storm Z”. A ciascuno di essi il Ministero della Difesa russo s’impegna a fornire assicurazione sanitaria, passaporto russo per sé e familiari e il miglior addestramento ed equipaggiamento per combattere «per la libertà e la giustizia» insieme all’armata russa.

Eredi di fatto e nella denominazione (le prime Afrika Korps furono truppe naziste al servizio del feldmaresciallo Erwin Rommel) dell’ex Pmc Wagner (designata in quanto tale per via dell’alias del suo fondatore e comandante, il neonazista Dmitrij Utkin), queste milizie vengono oggi largamente impiegate dai russi nell’offensiva all’oblast di Kharkiv. L’atteggiamento brutale dei comandanti moscoviti sul campo di battaglia (vessazioni e intimidazioni, ma anche esecuzioni sommarie ed extragiudiziali in seguito al rifiuto d’eseguire gli ordini, sono frequenti per non dire la norma) induce tuttavia spesso molti di loro a disertare. Basti pensare alla grande fuga organizzata dai mercenari nepalesi dell’unità militare russa 29328, che abbandonarono in massa le proprie posizioni nell’oblast di Luhansk adducendo scuse legate a un terremoto.

 

[Questo è uno stralcio dell’articolo che oggi, con il titolo “Mandati al macello”, appare sul quotidiano La Ragione. Si ringrazia l’autore e il direttore della testata per aver concesso l’autorizzazione a riprodurre il testo]