La vita e la morte di Purgatori iscritte nel suo nome Andrea

Purgatori - il nostro Andrea - ha spaziato senza timidezze, non sottraendosi al destino che gli apparteneva. Era un giornalista che amava l’inchiesta, anche se complicata. E neppure la morte gli si doveva presentare semplice.

Ci sono segni che ti sono impressi dalla nascita e uno di questi è il nome, la prima cosa che nella vita non ti è dato scegliere. Andrea indica l’uomo e la sua mascolinità, un uomo cazzuto, dotato di forza e di coraggio.

 

Deve essere per questo che Sant’Andrea apostolo se ne è andato il lungo e in largo per il mondo professando il Vangelo dalla Scozia alla Russia, dall’Asia minore e lungo le terre del mar Nero. Morì a Patrasso in Acaia, Grecia, crocefisso ma, per sua volontà, con le assi disposte a forma di “X” non sentendosi degno di poter scopiazzare il suo Maestro. Così anche la sua morte in quell’incrocio di legni diede subito motivi di confusione all’occhio ed alla interpretazione degli spettatori.

 

Anche il nostro Andrea ha spaziato senza timidezze, non sottraendosi al destino che gli era toccato. Intelligente come era, ha giocato sempre d’anticipo rincarando la dose della sorte in dote, continuamente rilanciando la scommessa a chi sa spingersi oltre il prevedibile.

 

Per questo decideva di fare il giornalista, non di quelli da velina o da imbratta carte, ma di smuovere fogli, parole e fatti in modo che avessero sempre un verso di movimento, sfiorando all’occorrenza la tempesta. Era uno che insomma muoveva le acque. L’opposto di quel “quieta non movere e mota quietare” che chissà quante volte gli sarà stato rimproverato e che gli avrà fatto venire incontenibile orticaria.

 

E se non bastasse il nome a dirti come condurti, si deve aggiungere anche il cognome per ingabbiarti in un corso dal quale non ti è possibile venir fuori. Se ti chiami Andrea Purgatori sai che andrai incontro a prove impegnative non solo in vita ma anche dopo di essa. Anche la morte non ti deve essere semplice o scontata, alla stregua degli uomini comuni. Così dovrai sudarti la verità che ambisci legittimamente anche per te stesso, non essendo chiaro quale sia stata la malattia che ti ha portato alla fine e se i medici ci abbiano visto giusto nel tentativo di curarti.

 

Andrea Purgatori era un giornalista di inchiesta, di quelli che incedono incuranti degli ostacoli che gli erano infrapposti. A dire tutta era uno specializzato a fare le “contro-inchieste”. Appena ne veniva fuori una ufficiale, iniziava a farle le pulci, scuoiando ciò che era comodo per andare a mettere spilli su un cammino spianato di utile e funzionale. Le cronache lo hanno portato alla fama per la strage di Ustica, l’abbattimento di un volo Itavia che da Bologna era diretto a Palermo con la conseguente morte di 81 passeggeri. Del resto Ustica viene dal latino ustum, “bruciato”; c’era puzza di bruciato in quella storia e Andrea Purgatori non era uno da tirarsi indietro nel voler comprendere i responsabili della faccenda.

 

Sant’Andrea fu un santo miroblita, il cui corpo cioè fu in grado di emanare profumi. Andrea Purgatori aveva al contrario il dono di sentire il puzzo di trame e di marcio e di andarci dentro senza timore o riguardo per nessuno. L’isola per i Greci era invece chiamata Osteodes, “ossario”. Sarà forse per questo che non poteva essere che quello un luogo adatto ad una carneficina. Ustica ha conosciuto nei secoli l’invasione di corsari barbareschi e fu luogo di confino per i prigionieri politici. Una terra abituata ad essere saccheggiata dai forti di turno e ad ingabbiare chi ha un pensiero diverso da quello dominante.

 

La Nemesi rappresenta la giustizia distributiva, nel contempo indica anche un fatto negativo in grado di spezzare una catena fortunata di avvenimenti, una specie di vendetta del fato che ti ritorce contro quello che ti ha portato alla gloria, la tua capacità di scavare oltre le cortine di ferro.

 

Dovremo attendere sembra settembre per sapere se i medici abbiano imbroccato o meno la giusta terapia per la malattia del nostro giornalista. Per quel tempo la notizia non interesserà più nessuno se non la famiglia. Stavolta è una inchiesta che non potrà condurre in prima persona. In caso di errori qualcuno dovrà purgarsi per una vita eventualmente “bruciata”. Diversamente Andrea Purgatori ha già vissuto la sua morte come forse non poteva essere altrimenti, con quel timbro intricante di grigio in cui mettere le mani per trovare, abile com’era, la luce che gli spetta.