La vita nella Pasqua si mostra più forte della morte

A differenza del Natale, la Pasqua rimane un mistero più nascosto e difficile”. Riproponiamo questo articolo del Card. Martini (“Il senso della Pasqua per chi non crede”) apparso su “Avvenire” del 15 aprile 2011.

Card. Carlo Maria Martini

Mentre il Natale suscita istintivamente limmagine di chi si slancia con gioia (e anche pieno di salute) nella vita, la Pasqua è collegata a rappresentazioni più complesse.

È la vicenda di una vita passata attraverso la sofferenza e la morte, di unesistenza ridonata a chi laveva perduta. Perciò, se il Natale suscita un poin tutte le latitudini (anche presso i non cristiani e i non credenti) unatmosfera di letizia e quasi di spensierata gaiezza, la Pasqua rimane un mistero più nascosto e difficile.

Ma tutta la nostra esistenza, al di là di una facile retorica, si gioca prevalentemente sul terreno delloscuro e del difficile. Penso soprattutto, in questo momento, ai malati, a coloro che soffrono sotto il peso di diagnosi infauste, a coloro che non sanno a chi comunicare la loro angoscia, e anche a tutti quelli per cui vale il detto antico, icastico e quasi intraducibile, senectus ipsa morbus, «la vecchiaia è per sua natura una malattia».

Penso insomma a tutti coloro che sentono nella carne, nella psiche o nello spirito lo stigma della debolezza e della fragilità umana: essi sono probabilmente la maggioranza degli uomini e delle donne di questo mondo. Per questo vorrei che la Pasqua fosse sentita soprattutto come un invito alla speranza anche per i sofferenti, per le persone anziane, per tutti coloro che sono curvi sotto i pesi della vita, per tutti gli esclusi dai circuiti della cultura predominante, che è (ingannevolmente) quella dello «star bene» come principio assoluto.

Per leggere il testo integrale

https://www.avvenire.it/agora/pagine/il-senso-della-pasqua-per-chi-non-crede_201104151051267800000