La Voce del Popolo | La sfida? Restare ancorati ai nostri fondamentali

A noi europei, amici di Israele, viene chiesto di non perdere di vista le nostre ragioni, cioè di non perdere la testa. L’umanità, la libertà, l’apertura, la fiducia: sono questi i fondamentali.

La sfida è restare noi stessi. Non cambiare, non farsi cambiare. Evitare di venire trascinati nel baratro della barbarie, laddove i nostri nemici vorrebbero vederci trasformati in loro simili, trasfigurati in nome dello scontro di civiltà.

Valeva all’indomani dell’11 settembre americano, vale all’indomani di quello israeliano. Naturalmente la retorica collettiva in queste ore parla d’altro. La parola d’ordine ricorrente in questi casi è “nulla sarà mai più come prima”. E s’intende che una civiltà degna del nome ha sempre di che mettersi in discussione, di che ragionare su come affrontare nuove sfide e nuove insidie.

Lo sdegno per la barbarie di Hamas va di pari passo con il ripensamento su noi stessi – questo è ovvio. Ma quello che oggi ci viene chiesto, e che più ci preme, è di restare ancorati ai nostri fondamentali, chiamiamoli così. A noi liberal-democratici, a noi europei, a noi atlantici, a noi amici di Israele viene chiesto di non perdere di vista le nostre ragioni. E cioè, per quanto possibile, di non perdere la testa.

Tutto questo non implica una politica irenica, tutt’altro. Non si tratta di porgere un’altra guancia (non ne abbiamo più, avrebbe detto Andreotti). Né di trattare la bestialità del terrorismo con un’indulgenza che esso non merita e che “noi” non ci possiamo permettere. Più semplicemente, occorre dirci che la difesa della nostra civiltà sarà tanto più forte quanto più resteremo ancorati ai fondamentali su cui essa poggia: l’umanità, la libertà, l’apertura, la fiducia.

In una parola, le nostre “armi” migliori.

 

 

Fonte: La Voce del Popolo 12 ottobre 2023

[Articolo qui riproposto per gentile concessione del direttore del settimanale della Diocesi di Brescia]