La Voce del Popolo | Non si governa dalle posizioni laterali

In effetti Giorgia Meloni avrebbe tutto l’interesse a trattare la destra più a destra di lei con mano assai più ferma e senza tutte le timidezze a cui invece sembra indulgere.

Per Meloni la destra è un destino, ma è anche un rischio. Da quel lato stanno la sua storia, la sua identità e la gran parte dei suoi consensi. Ma su quello stesso versante si nascondono le maggiori insidie e il più cospicuo rischio di perdere il filo della sua matassa di governo. È chiaro ormai che il suo principale avversario è il suo alleato Salvini. Il quale non perde occasione di evocare quegli argomenti e quelle parole d’ordine che il capo del governo ha dovuto dismettere. 

Poco conta se lo ha fatto dimalavoglia. Resta che per restare in quel di Palazzo Chigi ella non può continuare a intonare gli inni a cui dava voce quando militava sui banchi dell’opposizione. E però il leader della Lega a sua volta deve fare i conti con una difficoltà tutta sua. E cioè col fatto che può tirare la corda, e molto, ma non può spezzarla. Infatti egli è costretto a fermarsi sempre un millimetro prima del precipizio, promettendo che il governo e la maggioranza dureranno tutti i cinque anni della legislatura e dunque implicitamente riconoscendo che i suoi margini di manovra non sono poi così ampi. 

Così Meloni da un lato deve fare buon viso a cattivo gioco e dall’altro può confidare che alla fin fine il gioco non sia troppo cattivo. Cosa che la tiene in sella, ma la logora anche. Il fatto è che la presidente del consiglio avrebbe tutto l’interesse a trattare la destra più a destra di lei con mano assai più ferma e senza tutte le timidezze (e tutti i richiami della foresta) a cui invece sembra indulgere. Poiché l’Italia non si governa mai da posizioni troppo laterali. E quando si insiste a farlo, prima o poi le cose vanno a finir male.

 

Fonte: La Voce del Popolo – 21 settembre 2023

[Articolo qui riproposto per gentile concessione del direttore del settimanale della Diocesi di Brescia]