Negli Usa, ci avverte Lucio Caracciolo, il 94 per cento dei matrimoni avviene tra persone dello stesso credo politico. Mariti repubblicani con mogli repubblicane, mogli democratiche con mariti democratici. Solo nel 6 per cento dei casi avviene che l’amore sbocci tra uomini e donne di opposte fedi politiche ed elettorali. Montecchi e Capuleti senza nessuno Shakespeare a raccontarli.
È un dato politico, non di costume. Ci avvisa di dove ci sta portando la radicalizzazione in corso. È evidente che intorno a Trump e ai democratici sono andate prendendo forma due comunità chiuse, serrate, sottratte ormai a ogni intesa con l’altra metà del mondo. Due sette, viene quasi da dire. Non più due partiti dentro una stessa comunità. La politica di casa nostra non è (ancora ?) arrivata fin lì. Ma vi si sta avvicinando a passo di carica.
La polemica di questi giorni sulle “zecche” e sulle “camicie nere” a proposito delle opposte manifestazioni in quel di Bologna dice molto al riguardo. Tanto più quando l’argomento più estremo viene fatto proprio dai leader politici più alti in carica. Si comincia così, per l’appunto. Con parole in libertà da cui discendono comportamenti sempre più incendiari.
Viene alle mente il vecchio ministro Taviani, che ai suoi tempi scrutava pensieroso la frontiera tra Russia e Cina lungo il fiume Ussuri e decretava che, da quelle parti, si stesse rischiando la guerra appunto perché le due popolazioni non mettevano mai al mondo figli insieme. Sarebbe ora che se ne preoccupassero anche Meloni e Schlein. Che almeno usano parole meno incendiarie di quelle che si ascoltano anche dalle loro parti.
Fonte: La Voce del Popolo – 14 novembre 2024
[Articolo qui riproposto per gentile concessione del direttore del settimanale della diocesi di Brescia]