Il voto congiunto della CDU/CSU e dell’AfD al Bundestag sulla proposta di legge per inasprire le regole sull’immigrazione ha suscitato una forte reazione in tutta Europa. L’insolita convergenza con l’estrema destra ha spinto diverse città, tra cui Dresda e Berlino, a manifestare contro quello che molti hanno visto come un pericoloso cedimento della CDU all’AfD. Dure critiche sono arrivate non solo da SPD e Verdi, ma anche da Angela Merkel, ex cancelliera e figura di riferimento della CDU, che ha definito l’apertura all’AfD “un errore”.
L’ex cancelliera, sempre favorevole a una linea di moderazione, ha messo in guardia contro il rischio di una “normalizzazione” dell’AfD. Un gesto come quello di unire i voti con l’ultradestra infrangeva il tabù dell’isolamento dell’AfD, con gravi ripercussioni sulla percezione della CDU da parte dell’elettorato moderato.
Friedrich Merz, il leader cristiano-democratico che punta alla Cancelleria, ha cercato di placare le polemiche dichiarando che, nonostante il voto congiunto, esclude categoricamente l’ipotesi di una coalizione con l’AfD dopo le imminenti elezioni. Tuttavia, la sua posizione è stata messa ulteriormente in crisi da una seconda votazione, tenutasi ieri. In quell’occasione, la CDU e l’AfD si sono nuovamente ritrovati alleati su una proposta di legge che mirava a restringere ulteriormente i margini per i ricongiungimenti familiari. A sorpresa, però, la proposta è stata bocciata a causa di 12 franchi tiratori, probabilmente all’interno della stessa CDU. Ne è emersa una sconfitta politica che lede la credibilità di Merz nel mezzo di una dura campagna elettorale..
In questa complessa vicenda si inserisce anche Antonio Tajani, che, al margine di un incontro, ha cercato di minimizzare la questione, ribadendo che la CDU non ha formalizzato alcuna alleanza con l’AfD. Le sue dichiarazioni, tuttavia, riflettono l’imbarazzo di Forza Italia, soprattutto alla luce della crescente polarizzazione europea sulla questione migratoria. Tajani, invece di prendere una posizione netta, ha scelto l’equilibrismo.
Ma Forza Italia, membro del PPE, deve chiarire da che parte sta. Con Merkel, che difende un’inclusione equilibrata, o con Merz, che non esita a “giocare” con l’ultradestra per spingere su un’agenda più rigida?
La questione migratoria non divide solo la Germania. Chiama in causa tutta l’Europa, obbligandola a decidere se proseguire verso un’inclusione solidale o se piegarsi alla tentazione di alleanze con l’estrema destra.