Le tre certezze dei Popolari

Occorre voltare pagina. E, come ci hanno insegnato più volte i nostri ‘maestri’ del passato, serve il recupero di alcuni ingredienti di fondo. Ovvero, coraggio, coerenza, intelligenza e determinazione.

Nella confusione che, purtroppo, continua ancora a serpeggiare nell’area del cattolicesimo popolare e sociale del nostro paese permangono almeno tre certezze oggettive. Tra le molte che si potrebbero citare. Innanzitutto la eccessiva frammentazione e polverizzazione dell’area cattolico popolare e sociale non giova al ruolo e alla funzione di questa importante e ancora decisiva cultura politica italiana.

Una cultura e una tradizione che continuano ad avere una straordinaria attualità e modernità anche nell’attuale contesto politico italiano. Ma questa oggettiva considerazione può avere uno sbocco politico solo se questo filone ideale recupera una sua sostanziale unità. Pur nel rispetto dell’altrettanto oggettivo pluralismo delle varie opzioni politiche. Ma all’obiettivo di una vera, intelligente ed equilibrata unità adesso non si può più rinunciare. Sempre chè non si voglia ridurre questa storica e nobile tradizione culturale ad una banale ed insignificante appendice della cittadella politica italiana.

In secondo luogo è ormai abbastanza evidente, nonché acclarato, che questa esperienza politico e culturale è del tutto ornamentale all’interno della sinistra radicale, massimalista e libertaria della Schlein e dell’attuale Partito democratico. Come, e specularmente, anche sul versante della destra sovranista e marcatamente clericale ed estremista della Lega salviniana, il ruolo dell’area popolare è del tutto esterna ed estranea rispetto al progetto politico di quei partiti e di quei movimenti politici. È inutile parlare del partito populista ed anti politico per eccellenza, cioè il partito di Grillo e di Conte, perchè è quasi antropologicamente alternativo alle ragioni, ai valori e alla cultura del cattolicesimo popolare e sociale del nostro paese. E, di conseguenza, il mondo cattolico popolare e sociale non può che dispiegare tutta la sua potenzialità all’interno di una area centrista. Un’area, quella centrista, che non può che essere riformista, dinamica, creativa, di governo, plurale e autenticamente democratica. Insomma, l’esatto contrario di un Centro statico ed equidistante rispetto agli schieramenti maggioritari e che si limita a vivere solo di una grigia ed indistinta rendita di posizione.

In ultimo, ma non per ordine di importanza, è arrivato il momento che l’intera area cattolico popolare e sociale faccia un salto di qualità. E cioè, la stagione della testimonianza, del solo impegno pre politico o, in ultimo, della sola presenza nel sociale deve cedere il passo ad una

rinnovata ed esigente presenza politica. Perchè nella storia ci sono dei momenti in cui le circostanze richiedono di essere in prima linea. Cioè, di rendersi disponibili ed attivi per un protagonismo politico, culturale e programmatico che purtroppo in questi ultimi anni si è andato progressivamente disperdendo. E dobbiamo prendere atto che l’intera cultura cattolico democratica, popolare e sociale, dopo il tramonto della doppia esperienza del Ppi e dell’Udc – e anche della Margherita e della prima fase del Pd – è precipitata in un vicolo cieco dove la stessa presenza politica si è ridotta ad un fatto puramente ornamentale e del tutto periferico. Cioè incapace di incidere concretamente e costruttivamente nelle concrete dinamiche della politica italiana.

Ecco perchè, partendo da queste tre considerazioni, sufficientemente oggettive per non prenderle in seria considerazione, anche per l’intera area cattolico popolare, sociale e democratica non si può non aprire una nuova fase di impegno politico diretto. Sarebbe inutile attardarsi ancora su altre considerazioni o, peggio ancora, sulla necessità di continuare un percorso che si è rilevato fallimentare e sterile. Occorre voltare pagina. E, come ci hanno insegnato più volte i nostri ‘maestri’ del passato, serve il recupero di alcuni ingredienti di fondo. Ovvero, coraggio, coerenza, intelligenza e determinazione. Qualità che non sono mancate a donne e uomini del passato che non erano solo esponenti cattolici impegnati in politica ma che, grazie al loro magistero, al loro coraggio e alla loro esperienza, sono diventati anche e soprattutto autentici leader politici nonché statisti.