L’equivalenza dei sessi scombina l’antropologia

Con il titolo “La metamorfosi delle differenze sessuali”, la rivista Vita e Pensiero pubblicava nel 2013 questa riflessione dell’autrice, filosofa e scrittrice francese. Essendo ancora attuale, ne riportiamo di seguito la conclusione.

Sylviane Agacinski

 

[…] Lévi-Strauss osserva che, in numerose società, i legami naturali possono sussistere e coesistere con le relazioni di filiazione istituite. Fornisce diversi esempi di casi in cui lo statuto sociale di un figlio si determina in funzione del padre legale, ma aggiunge che «il bambino conosce comunque l’identità del suo genitore biologico ed esistono legami affettivi che li uniscono». Contrariamente alle nostre, quelle società ignorano l’angosciosa alternativa tra legami naturali e legami sociali. Invece di drammatizzare l’opposizione, esse giustappongono i due tipi di legami, ma in modo trasparente, e la trasparenza sembra loro essenziale.

Ci si può allora chiedere se non sarebbe più saggio anche per noi accogliere tale trasparenza, anche in materia di procreazione assistita. Essa permetterebbe, infatti, di ripersonalizzare i legami tra ascendenti e discendenti, evitando al tempo stesso la spersonalizzazione degli ascendenti e la desessualizzazione della procreazione. Vediamo bene infatti che, ad esempio, l’inseminazione anonima, usata da una donna sola o da una coppia di donne, fa completamente sparire la parte dell’altro sesso nella nascita di un figlio. Crea la finzione di un atto generativo monosessuato, che non è verosimile. Possiamo chiederci in nome di cosa e di chi una società possa imporre a un bambino la finzione di una nascita desessualizzata, che rischia inoltre di compromettere la costruzione della sua identità sessuata. La stessa questione si pone per stabilire la parentela. Istituire due genitori dello stesso sesso significa rompere con il modello strutturale dissimmetrico dei legami biologici, che si mantiene anche in laboratorio. L’istituzione della parentela deve forse abbandonare ogni rapporto, sia pure analogico, con l’ordine reale della generazione sessuata degli esseri umani?

La legittimità dei legami omosessuali non è in discussione. È riconosciuta dalle unioni civili in Francia e in altri Paesi. Potrebbe essere rafforzata da un matrimonio civile, se il significato di tale istituzione venisse cambiato. Ma il desiderio individuale di unirsi civilmente, di stipulare un contratto coniugale con una persona dello stesso sesso, giustifica il progetto di scartare l’altro sesso dalla procreazione e dalla filiazione dei bambini? Giustifica una ricostruzione della parentela basata sull’equivalenza dei sessi? Questo meriterebbe almeno di essere oggetto di riflessione e di dibattito, tanto più che una tale ricostruzione creerebbe una disuguaglianza tra i figli futuri, compresi i figli adottati: gli uni, iscritti in una filiazione bilaterale non simmetrica, con una madre e un padre; gli altri, privi sia di un padre sia di una madre.

Il problema dei bambini a venire, cioè delle future generazioni, è che nessuno li rappresenta sulla scena politica democratica: non possono manifestare, né essere ricevuti né essere ascoltati. Non costituiscono alcuna forza. Il legislatore deve però preoccuparsi delle condizioni della loro venuta. Ed è per questo che, prima di prendere decisioni precipitose in materia di procreazione e di parentela, egli dovrebbe svolgere una riflessione antropologica ed etica, approfondita e condivisa, sullo statuto dei figli, sui loro diritti e sulla nostra responsabilità nei loro confronti.

(Traduzione di Mario Porro)

 

Sylviane Agacinski

Sylviane Agacinski è una scrittrice, giornalista e filosofa francese. Negli anni Settanta ha partecipato alla fondazione del Collège international de philosophie, al fianco di Jacques Derrida. Ha scritto numerosi libri, incentrati soprattutto sul rapporto fra i sessi.

 

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https://rivista.vitaepensiero.it//news-vp-plus-la-metamorfosi-della-differenza-sessuale-6484.html