Enrico Letta ha fatto un buon intervenento all’Assemblea nazionale del Partito democratico che lo ha incoronato segretario. Un intervento che, tra le molte cose positive che si potrebbero citare, ha avuto il merito di far capire – pur senza dirlo, come ovvio – che il Pd da rifondare profondamente e da rigenerare, non potrà più essere il naturale e scontato erede della tradizione del Pci/PDs/Ds. In altre parole, il Pd non sarà più letto ed interpretato come l’epilogo finale della lunga storia della sinistra italiana nata nel 1921.

Certo, l’opera di rifondazione del Partito democratico non potrà prescindere dal recupero delle sue ragioni originarie. Politiche e culturali. E, al di là del progetto politico da ridefinire e, soprattutto, dell’identità da rideclinare, è inevitabile che proprio Letta dovrà affrontare anche il modello del nuovo partito. Cioè la sua modalità d’essere nella società italiana da un lato e nella sua organizzazione interna.

Come tutti sanno ormai, il nodo centrale è come superare e battere un correntismo sempre più amorale e, soprattutto, sempre meno dettato e giustificato da ragioni politiche e culturali. E cioè, andrà sì salvaguardato il necessario pluralismo politico interno che, però, non potrà più essere confuso con una sempre più insopportabile concezione che vede nella molteplicità delle correnti solo uno strumento per la distribuzione e l’accaparramento del potere. Su questo versante le parole, seppur tardive, di Zingaretti restano dei macigni sulla strada di una autentica rifondazione del partito. Anche su questo versante Letta, comunque sia, ha fatto osservazioni pertinenti ed impegnative. Vedremo.

Ma c’è un aspetto che, almeno per noi cattolici popolari e democratici, vogliamo ricordare dopo l’interessante intervento di Enrico Letta all’Assemblea nazionale del partito. Siamo convinti che sia stata una dimenticanza non voluta. Ma ci saremmo aspettati un ricordo o una citazione di Franco Marini non solo come leader politico e sindacale ma soprattutto come un esponente che con la sua azione concreta è stato decisivo, se non determinante, per far decollare il progetto politico, culturale, programmatico e valoriale del Partito democratico nel lontano 2007. Siamo certi che l’amico Enrico saprà ricordare nel corso del suo ruolo di segretario nazionale del Pd il magistero e, soprattutto, il ruolo avuto da Franco Marini nel dar vita all’avventura del Partito democratico nella storia politica del nostro paese.