Si avvicinano le elezioni europee e, malgrado un sistema elettorale proporzionale, non sempre si può essere soddisfatti delle varie presenze politiche. È il caso, nello specifico, della tradizione, del pensiero, della cultura e della presenza dei cattolici democratici, popolari e sociali. Per dirla con un ragionamento secco ma oggettivo, purtroppo non c’è una lista politica di riferimento. Non lo è certamente la lista dei radicali più Renzi – cioè la lista denominata ‘Stati Uniti d’Europa’ -, non lo è oggettivamente la lista di Calenda e non lo è neanche la lista di Forza Italia. Per fermarsi alle tre liste in qualche modo ‘centriste’ che si presenteranno alle urne il prossimo 8 e 9 giugno.
Delle altre liste è inutile parlarne perchè si tratta, al di là delle singole e legittime scelte politiche, di presenze politiche radicalmente estranee alla cultura e al patrimonio ideale del cattolicesimo politico e sociale italiano. Per bocca dei suoi leader nazionali, come ovvio, e non per una civetteria moralistica o meramente propagandistica da parte nostra.
Ora, per evitare di limitarsi a denunciare ciò che c’è – frutto anche, e purtroppo, della nostra incapacità di organizzare una coerente e coraggiosa presenza politica coerente e lineare con la nostra ispirazione originaria – si tratta adesso di scendere in campo, per dirla in termini calcistici, attraverso una iniziativa che sappia scegliere i migliori candidati.
Infatti, mai come in questa tornata elettorale la scelta della competenza specifica, della capacità ed autorevolezza politica, della coerenza culturale e del coraggio personale, sono gli ingredienti indispensabili e decisivi per ridare voce e speranza al futuro dell’Europa. E quelle liste hanno al proprio interno delle personalità che rispondono appieno a quei tasselli che sono, e restano, decisivi per rilanciare la scommessa e il ruolo dell’Europa di fronte alle nuove e drammatiche sfide. Partendo anche e soprattutto dai singoli paesi europei. E cioè, per un’Europa realmente politica, federale, comunitaria e competitiva con le altre grandi potenze mondiali. Chiara sul terreno delle alleanze internazionali, della sua vocazione unitaria e della sua capacità di superare qualsiasi deriva nazionalista, sovranista e populista per riaffermare semmai, e al contrario, le ragioni fondanti che sono e restano saldamente ancorate alla cultura e al patrimonio democratico cristiano e cattolico popolare. E di tutte le culture politiche realmente riformiste e dichiaratamente europeiste.
Scelte di candidati – donne e uomini – che non possono solo essere dettate da ragioni di equilibrio e di convenienza momentanea ma che, al contrario, sappiano rispondere ai criteri di fondo che caratterizzano storicamente la presenza dei democratici e cristiani nella società europea. Con l’impegno, che non può essere solo avveniristico o fumoso, di attrezzarsi sempre di più per riorganizzare una presenza politica laica e maggiormente rispondente al nostro patrimonio culturale, ideale e storico. Senza nostalgie e senza alcuna deriva passatista ma con la consapevolezza che, a volte, si è più credibili quando si è presenti da protagonisti nell’agone politico.